Vai all’indice

Gli elementi O, A, E, I, AS, IS, OS, US e U sono finali che classificano le parole. Essi sono molto importanti per la fromazione delle parole. Ci sono snche la finaleJ e la finale N. Esse non sono importanti nella formazione delle parole.

Le particelle sono già di per sé parole: por, mi, jam, , tiam, anstataŭ, je, jes ecc.

Gran parte degli elementi delle parole sono radici. Ogni radice ha un suo proprio significato, ma una radice non può essere di per sé una parola. Essa ha bisogno di una finale, che classifica la parola.

  • Alcune radici indicano uomini, persone, ad es.: AMIK, TAJLOR, INFAN, PATR, SINJOR, VIR...
  • Altre radici indicano animali, per es.: ĈEVAL, AZEN, HUND, BOV, FIŜ, KOK, PORK...
  • Altri sono vegetali, ad es.: ARB, FLOR, ROZ, HERB, ABI, TRITIK...
  • Akcune radici sono strumenti, ad es.: KRAJON, BROS, FORK, MAŜIN, PINGL, TELEFON...
  • Molte radici sono nomi di azioni, ad es.: DIR, FAR, LABOR, MOV, VEN, FRAP, LUD...
  • Altre radici sono nomi di qualità o caratteristiche, ad es.: BEL, BON, GRAV, RUĜ, VARM, ĜUST, PRET...

Esistono molti diversi gruppi e categorie, non solo questi. Alcune radici sono difficili da classificare, alcune hanno più significati, altre hanno un significato molto particolare, ma tutte hanno un qualche significato.

Pe rusare correttamente una radice con diverse finali si deve conoscere il significato proprio della radice. La importanza del significato della radice è mostrata bene dal classico esempio delle radici KOMB e BROS.

I due verbi kombi e brosi hanno significati molto simili. Entrambi indicano una azione, e anche le due azioni sono simili. Ma se si convertono in sostantivi, diventano subito del tutto differenti.

  • kombo = la azione di pettinare
  • broso = attrezzo con cui si spazzola

La spiegazione di questo drastico cambiamento sta nel fatto che le radici hanno già di per sè un significato. KOMB è il nome di una certa azione, mentre BROS è il nome di un certo strumento. Con finale -O quindi sono nomi rispettivamente di una azione e di uno strumento - che sono cose molto diverse. Ma con finale verbale entrambi ricevono un significato di azione. Allora KOMB cambia poco di significato, perchè è già una azione di per sé. Invece BROS cambia, e indica quella azione che di solito si fa con uno spazzolino.

Se si vuole un sostantivo per quella azione, che si compie con lo spazzolino, si deve fare una parola composta: bros-ad-o. Analogamente, se si vuole una parola per quell'oggetto con cui si pettina, si deve fare un composto: komb-il-o.

Ci sono moltissime di queste coppie di radici, in cui il significato delle forme verbali è simile, mentre le forme in -O sono dissimili. La ragione è aempre che i significati delle radici sono diversi. Ecco alcuni esempi: batimarteli, hakipioĉi, servisklavi, kudritajlori, regireĝi, kaperipirati, vizitigasti. Analogamente si possono trovare coppie in cui le forme in -A sono simili, ma le forme in -O differiscono, ad es.: elegantadanda, noblanobela, lertamajstra, kuraĝaheroa, proksimanajbara, dolĉamiela. Controllate voi stessi il significato delle forme corrispondenti in -O in un voccabolario.

Si può dire che ci sono diverse parole base da cui si parte per creare la parola composta. Per BROS si parte dalla parola base broso, che è il nome di uno strumento, e da essa si forma il verbo brosi (sostituendo O ad I). Per KOMB/ però la parola base è kombi (che ovviamente indica una azione). Da kombi si può fare il sostantivo di azione kombo (sostituendo I ad O) e la parola per il relativo strumento, kombilo (con la aggiunta del suffisso IL e della finale -O).

Le radici di azione sono spesso chiamate verbali o di carattere verbale, perchè per esse viene naturale pensare al verbo come forma base. Perciò le radici verbali normalmente appaiono nei dizionari in forma verbale.

Le radici qualitative spesso sono chiamate aggettivali o di carattere aggettivale, perchè in esse si vede la forma con finale in -A come quella base. Perciò le radici qualitative sono normalmente presentate come aggettivi nei vocabolari. Anche le radici che il più delle volte compaiono con finale -E sono tradizionalmente chiamate di carattere aggettivale.

Le radici che non sono né qualitative, né di azione, spesso sono dette sostantivali o di carattere sostantivo. Esse sono normalmente presentate come sostantivi nei dizionari.

Finale -O

La finale O non aggiunge nulla al significato proprio della radice. Un sostantivo è semplicemente il nome della relativa cosa:

  • amiko, tajloro = nomi di diverse persone
  • krajono, broso = nomi di diversi strumenti
  • diro, faro = nomi di diverse azioni

  • belo, bono = nomi di diverse qualità

Finale -A

La finale A indica che si descrive per mezzo di questa parola. A = "riferito a questa cosa, tale come la cosa" e simili:

  • amika = così come un amico, riferito ad un amico ...
  • amika = così come un cavallo, riferito ad un cavallo ...
  • dira = riferito alla azione di dire, fatto attraverso il dire ...
  • bela = che ha la qualità della bellezza

Quando la radice di un aggettivo ha significato qualitativo, normalmente l'aggettivo indica una qualità. Tali aggettivi non variano molto col contesto:

  • bona manĝo = "cibo caratterizzato da bontà"
  • rapida aŭto = "auto caratterizzata da velocità"
  • okazaĵo stranga = "avvenimento caratterizzato da stranezza"
  • ruĝa domo = "casa che ha come qualità il rosso (come colore)

Quando la radice di un aggettivo non ha significato qualitativo, l'aggettivo può indicare diversi tipi di caratteristiche. In generale il significato di tali aggettivi varia molto col contesto:

  • reĝa konduto = "comportamento in modo caratteristico della regalità, comportamento da re"
  • reĝa persono = "persona che è re, persona di una famiglia regale:
  • reĝa palaco = "palazzo che appartiene a un re"

Quando la radice di un aggettivo ha significato di azione, l'aggettivo può avere molti diversi significati. Può significare "relativo alla azione in questione" e simili. Tale aggettivo può anche essere simile al participio in ANT o INT con finale -A:

  • nutra problemo = "problema di nutrizione" — Nutra indica un tema.
  • nutra manĝaĵo = "cibo che può nutrire, che ha caratteristiche nutritive, cibo nutriente"
  • tima homo = "persona che spesso ha paura, persona caratterizzata da timore, persona paurosa"
  • tima krio = "grido di paura"

Alcuni di tali aggettivi tuttavia hanno uno speciale senso qualitativo:

  • fiksi = "rendere fermamente inamovibile" → fiksa = "fermamente inamovibile, sia per il fissaggio, sia per sua natura"
  • falsi = "fare una copia non vera, rendere non autentico" → falsa = "falso, non autentico, falsificato"
  • kaŝi = "rendere invisibile" → kaŝa = "non visibile, sia di per sé, sia a causa di qualcosa che lo nascose"
  • kompliki = "rendere sgradevolmente non semplice" → komplika = "sgradevolmente non semplice, vuoi perchè qualcuno lo ha complicato, vuoi complicato dall'inizio" (o relativo alla complicazione)
  • korekti = "rendere privo di errori" → korekta = "senza errori, sia in origine, sia dopo correzione (o relativo alla correzione)

Alcuni di tali aggettivi somigliano al participio passivo: komplikakomplikita. Nelle forme aggettivali semplici la azione della radice o non è molto interessante, o non è affatti avvenuta, solo la qualità importa. A volte la qualità esiste di per sé. Le forme corrispondenti con participio indicano sempre che tale azione è accaduta o accade.

Molti ritengono che alcuni di questi aggettivi, specialmente korekta, siano da evitare con significato qualitativo. Alcuni considerano persino tale uso un errore. Secondo loro komplika deve solo significare "che complica" o "relativo alla complicazione", e korekta solo "che corregge" o "relativo alla correzione". Senonchè alcuni di tali aggettivi non vengono mai criticati, per quanto siano del tutto simili. Questo tipo di costruzione delle parole è comunque di casa in esperanto fin dall'inizio, e si trovano abbondanti esempi in molti scrittori da Zamenhof fino ad oggi. In alcuni casi il multiplo significato di un tale aggettivo può causare un malinteso, e in tal caso certamente si cambierà la frase con parole diverse, ma questo vale per tutte le parole che hanno più significati. Le radici di tali aggettivi riguardano azioni, ma a causa del significato qualitativo della forma aggettivo si potrebbe pensare che la radice sia qualitativa. Allora si rischia di aggiungere un suffisso IG alla semplice forma verbale, e usare kaŝigi invece di kaŝi, komplikigi invece di kompliki, korektigi invece di korekti, ecc. Tali forme in IG hanno invece altri significati molto specializzati: kaŝigi = "far sì che qualcuno nasconda qualcosa", vekigi = "far svegliare qualcuno da qualche altro", komplikigi = "far complicare qualcosa da qualcuno" ecc. E non si deve pensare che le forme verbali semplici significhino "essere tale". Korekti non significa "essere senza errori", ma "rendere senza errori". Kompliki non significa "essere spiacevolmente complicato", ma "rendere spiacevolmente complicato".

Finale -E

L'uso di E nella formazione delle parole somiglia molto all'uso di A. E = "riguardo alla cosa, coaì come la cosa" e simili.

  • tajlore = così come un sarto, relativo a un sarto
  • krajone = come una matita, simile a una matita, per emzzo di una matita
  • labore = riguardo al lavoro, a mezzo del lavoro"
  • blanke = come il colore bianco
  • veturi rapide = "viaggiare ad alta velocità"
  • strange granda = "grande in modo strano"
  • ruĝe farbita = "colorato di rosso"
  • reĝe konduti = "comportarsi in modo tipico di un re"
  • reĝe riĉa = "ricco come un re, ricco in modo regale"
  • loĝi urbe = "abitare in città"
  • okazi tage = "accadere in un giorno"
  • konduti time = "comportarsi con timore, caratterizzato da timore, mostrante timore, con paura"

Finali verbali

I = "fare una certa azione (o essere in un certo stato), che si riferisce da vicino al significato della radice". (La finale I qui sta per tute le finali verbali: I, AS, IS, OS, US e U.)

Una radice di azione con una finale verbale ha sempre un suo proprio significato:

  • KURkuri = fare la azione "corsa"
  • KONSTRUkonstrui = fare la azione "costruzione"

Un verbo fatto da una radice che non è di azione indica una azione che in qualche maniera è vicina al significato della radice. Spesso è del tutto evidente quale è questa azione, ma talvolta si può restare in dubbio. Per molte radici "non di azione" la tradizione ha già fissato quale significato esse assumono con la finale verbale, ma alcune radici non sono mai usate in forma verbale, e non si è ancora stabilito quale significato di azione esse devono avere.

Se una radice di per sé indica una qualità o uno stato, la forma verbale normalmente significa "essere tale" o "agire con questa qualità":

  • RAPIDrapidi = agire rapidamente
  • AKTIVaktivi = agire attivamente, essere attivo

Normalmente un verbo di questo genere non significa "diventare tale" o "far diventare tale". Per radici di qualità o di stato si usano i suffissi e IG per esprimere tali significati.

Se la radice indica uno strumento, apparato o simili, di solito il verbo significa "usare quello strumento nel suo modo usuale":

  • BROSbrosi = usare una spazzola (in modo normale)
  • AŬTaŭti = andare con un'auto

Se la radice indica una sostanza, il verbo normalmente significa "fornire quella sostanza":

  • AKVakvi = fornire di acqua (su qualcosa)
  • ORori = coprire di oro

In tali verbi a volte si usa il suffisso UM, spesso senza bisogno.

Se la radice indica una persona, un uomo la radice normalmente significa "agire come quella persona", "comportarsi come quella persona":

  • TAJLORtajlori = lavorare come sarto, cucire come un sarto
  • GASTgasti = essere ospite (da qualcuno), ricevere alloggio come ospite.

Radici riguardanti animali e diverse radici riguardanti fenomeni nin forma verbale significano "agire come tale animale o fenomeno":

  • HUNDhundi = comportarsi come un cane, vivere come un cane
  • SERPENTserpenti = andare come un serpente
  • ONDondi = fare movimenti a onda

Molte diverse radici in forma verbale acquisiscono un significato che non è spiegabile con altra regola se non quella, del tutto generale, che esse esprimono un significato verbale più o meno vicino a quello della radice:

  • FIŜfiŝi = provare a prendere dei pesci, pescare
  • POŜTpoŝti = consegnare (ad es. una lettera) alla posta
  • ORIENTorienti = decidere o fissare la posizione (di qualcosa) rispetto all'orientamento

Elementi iniziali di precisazione

Spesso si uniscono radici (e particelle) creando parole composte. La specie più frequente di parole composte si chiama qui combinazione. Tale parola consiste di due parti: elemento principale, che dà il significato generale della parola, e elemento precedente di precisazione, che rende preciso il significato generale.

Dall'elemento principale ŜIP si possono fare ad es. queste combinazioni (sempre con la finale O "neutrale"):

  • vaporŝipo = specie di nave, cioè di quella specie che funziona a vapore
  • balenŝipo = specie di nave, cioè nave specificamente costruita per cacciare balene
  • aerŝipo = specie di nave, che va nell'aria anzichè nell'acqua

Il significato base di questi composti è sempre "ŝipo" (nave). Con diversi elementi iniziali si distinguono diverse specie di navi. Gli elementi iniziali sono di natura molto diversa. VAPOR indica una maniera di far funzionare qyesto tipo di nave, BALEN indica uno scopo per l'uso di questo tipo di nave, AER indica un luogo.

Nella maggior parte dei casi gli elementi iniziali distinguono diverse specie. Talvolta però non si tratta di specie, ma di una parte dell'elemento principale, ad es.: antaŭbrako = "quella parte del braccio che si trova più avanti nel corpo"; Orient-Eŭropo = "la parte orientale dell'Europa".

Una parola composta si comporta come una semplice radice.Essa può ricevere qualsiasi tipo di finale: vaporŝipo, vaporŝipa, vaporŝipe, vaporŝipi; rondiro, rondira, rondire, rondiri; piediro, piedira, piedire, piediri; helruĝo, helruĝa, helruĝe, helruĝi.

Da combinazioni si possono fare nuove combinazioni:

  • vaporŝipasocio = "associazione, che si occupa di navi a vapore". Elemento principale è la radice ASOCI. Primo elemento di precisazione è la combinazione VAPORŜIP.
  • vaporŝipasociano = "membro della associazione delle navi a vapore". L'elemento principale è la radice AN. L'elemento precedente è la combinazione VAPORŜIPASOCI.
  • ŝarĝvaporŝipo = "nave a vapore usata per trasportare carichi". Elemento principale è la combinazione VAPORŜIP. Elemento precedente è la radice ŜARĜ.

La combinazione di più radici può in teoria avere più significati. Nessuna regola grammaticale chiarisce che ad es.ŝarĝvaporŝipo è ŝarĝ-vaporŝipo (nave a vapore da carico) e non ŝarĝvapor-ŝipo ("nave che in qualche maniera è legata al vapore da carico", che non ha senso). Bisogna capire da sé quale dei significati possibili in teoria è quello giusto. Nella pratica accadono solo raramente malintesi. Per iscritto si possono usare trattini di divisione per maggior chiarezza, come in ŝarĝ-vaporŝipo. In genere combinazioni con più di tre o quattro radici possono diventare troppo difficili. Invece di vaporŝipasocimembrokunvenejo meglio dire ad es. kunvenejo por membroj de vaporŝipasocio.

Finali di collegamento

Dopo un elemento iniziale di precisazione si può mettere una O di collegamento per facilitare la pronuncia o la comprensione della combinazione:puŝoŝipo, aeroŝipo, sangoruĝo

Non si usa un finale di collegamento in quelle combinazioni in cui il primo elemento diverrebbe naturalmente un aggettivo, se si dividesse la combinazione, ad es. dikfingro = "tipo di dito, che di solito è più grosso delle altre dita". Sarebbe difficile spiegare il significato in modo naturale usando il sostantivo diko. Perciò non si dice dikofingro, né dikafingro, ma se necessario dika fingro. Analogamente per parole relative ad azioni, in cui l'elemento iniziale di precisazione indica una caratteristica che è il risultato dell'azione: ruĝfarbifarbi ruĝa, farbi tiel ke io fariĝas ruĝa; plenŝtopiŝtopi plena. Anche in tali combinazioni non si usa finale di collegamento. Lo stesso in combinazioni relative ad azioni, in cui l'elemento iniziale indica il modo della azione, di solito non si usa finale di collegamento, ma si preferisce se necessario dividere la combinazione: laŭtlegilegi laŭte.

Forme come 1}nigra-blanka non sono combinazioni, ma due parole indipendenti scritte assieme per ottenere una speciale sfumatura.

Se il primo elemento è una particella (una parola che non richiede finale) di solito non si usa una finale di collegamento. Ma in caso di bisogno si può usare una finale -E di collegamento:postsignopostesigno (facilita la pronuncia), postuloposteulo (facilita la comprensione). Questo però avviene solo molto raramente.

Finali diverse da E possono esserci dopo un elemento iniziale costituito da una particella solo quando ciò aggiunge un significato necessario: unuaeco = "la caratteristica di essere il primo" (unueco = "la caratteristica di essere come uno"), antaŭeniri = "andare avanti" (antaŭiri = "andare davanti a qualcosa"). Il collegamento EN (E + N) si usa talvolta anche dopo elementi radice: supreniro, ĉieleniro (o ĉieliro), hejmenvojaĝo (o hejmvojaĝo).

E come finale con funzione di legante si usa talvolta quando il primo elemento è la radice MULT: multe-nombro.

In combinazioni di una radice di azuone più POV, VOL o DEV, normalmente si usa I come finalw di collegamento: pagipova, vivivola, pagideva. È meglio considerare tali forme come frazetvortoj (parole-frase). Si può anche usare O in tali parolej: pagopova, vivovola, pagodeva. Allora si tratta di combinazioni, ma l'uso di O in tali parole è meno comune. E in linea di principio si potrebbero anche usare senza finale di collegamento: pagpova, vivvola, pagdeva, ma in pratica tali forme non si usano.

Se l'elemento principale è un suffisso, o se il primo elemento è un prefisso, allora non si usa una finale legante.

In un altro tipo di combinazione, le espressioni condensate si usano finali di collegamento secondo altre regole.

Le particelle nelle combinazioni

Alcune particelle sono usate con finali. Anche a tali parole con finale si può anteporre un elemento di precisazione:

  • milmilojarmilo - mille → un migliaio → un millennio

    = un migliaio di anni, tale migliaio consiste di anni (esiste anche la equivalente espressione condensata miljaro)

  • jesjesokapjeso - sì → approvazione → approvazione con un cenno del capo

    =approvazione con un cenno del capo (inclinando il capo)

Spiegazione delle combinazioni

Spesso si può chiarire il significato di una combinazione con una preposizione:

  • aerŝipo = "nave per l'aria" Aldonu:
  • lignotablo = "tavola di legno"
  • skribtablo = "tavola per scrivere"
  • piediro = "andata per mezzo dei piedi"

Ma non tutte le combinazioni sono spiegabili in tal modo. Alcune richiedono una spiegazione più complicata:

  • < vaporŝipo = "nave, che si muove a mezzo del vapore" ("nave di o per mezzo del vapore" non avrebbe senso).
  • dikfingro = "dito di specie tale, che è di solito più grosso delle altre dita" ("dito di grandezza" non ha senso).
  • sovaĝbesto = "bestia caratterizzata dalla sua natura selvaggia" ("bestia di selvaggezza" non avrebbe senso).

In una parola composta possono nascondersi molte idee non espresee. una combinazione consiste di un elemento principale, che dà il significato base, e un elemento precedente, che indica una caratterizzazione, ma la combinazione non è una completa definizione del significato. Il significato effettivo della combinazione dipende non solo dal significato delle sue parti, ma anche dalle tradizioni della lingua.

Spesso si esita fra ad es. lada skatolo e ladskatolo, sovaĝa besto e sovaĝbesto, dikfingro e dika fingro. Spesso si possono usare entrambe le forme senza distinguere, tuttavia c'è una differenza essenziale fra i composti e le due parole aggettivo-sostantivo. Quando si fa una parola composta lo si fa per un'idea particolare, per una certa specie. Si dà un nome a una qualche idea, che per qualche ragione si considera particolare, e che ha bisogno di un proprio nome. Quando si usano sostantivo e aggettivo normalmente si indica solo una caratteristica fortuita, casuale:

  • Lada skatolo (scatola di latta) è una scatola di qualsiasi genere. Per caso quella scatola ha a che fare con la latta. In che modo ha a che fare con la latta, solo il contesto lo può indicare. Forse è fatta di latta, oppure contiene latta ecc. Ladskatolo invece è una specie precisa di scatola. Il preciso significato di ladskatolo è assegnato dalla tradizione linguistica: "scatola di latta a tenuta ermetica, in cui si conserva un cibo o una bevanda".
  • Sovaĝa besto è un (singolo) animale che "per caso" è selvatico. Non si sa se questo è il suo stato normale. Sovaĝbesto è una certa specie di animale, caratterizzata dall'essere selvatica.
  • Dikfingro (pollice) è un certo tipo di dito chiamato così perchè normalmente è più grosso delle altre dita. Dika fingro è qualunque tipo di dito (pollice, indice, medio, anulare o mignolo) che "per caso" è grosso. Il pollice di per sé può essere grosso o smilzo, ma rimane un pollice.

Dunque il primo elemento di precisazione indica quale è la specie, e non come è l'individuo. L'epiteto mostra normalmente come è l'individuo, ma può anche mostrare come è la specie, secondo il contesto. Perciò si può usare anche l'epiteto per indicare le specie. Si può dire dika fingro invece di dikfingro. Si può dire vapora ŝipo invece di vaporŝipo. Si può dire sovaĝa besto invece di sovaĝbesto. Ma non si può fare il contrario, perchè non ogni dika fingro(dito grosso) è un dikfingro (pollice) , non ogni vapora ŝipo (nave con vapore) è un vaporŝipo (vaporetto), e non ogni sovaĝa besto (bestia selvaggia) è un sovaĝbesto (animale selvatico).

Un malinteso frequente è che non si possano fare parole composte in cui il primo elemento sia una radice qualitativa. In realtà si fanno regolarmente tali parole, ad es. altlernejo, altforno, dikfingro, sekvinberoj, solinfano, sovaĝbesto, sanktoleo, e molte altre. Esse sono del tutto corrette. Ma non si può semplicemente attaccare a un sostantivo un epiteto aggettivale, se non si cerca un particolare effetto. Non si dice belfloro, se si vuole semplicemente dire bela floro (un bel fiore).

Molti pensano che non si possano fare parole composte il cui elemento principale indica una azione, e il cui primo elemento indica l'oggetto di tale azione, ad es.: leterskribi, voĉdoni, domkonstrui. Ma non è così. In tali cmbinazioni il primo elemento non è un ordinario oggetto, ma ha le caratteristiche di un tipo di azione. Tali combinazioni sono significativamente diverse dalle forme a due parole skribi letero(j)n, doni voĉo(j)n ecc. In skribi leteron il complemento oggetto indica il concreto oggetto dello scrivere, mentre in leterskribi LETER indica solo una caratteristica della scrittura. Alcune di tali parole hanno una sfumatura di significato di "provare a": fiŝkapti = "provare a prendere dei pesci". Tali verbi si devono considerare come frazetvortoj (parole-frase, contrazioni di una frase).

Trasformare una espressione in una parola

Una frasetta (un gruppo di parole legate fra loro) può fondersi in una parola composta attraverso l'aggiunta di un elemento finale. Questo si chiama fusione di una frase in una parola. Il risultato è una frazetvorto (parola-frase). Della frase originaria si conservano solo gli elementi più importanti. Le finali e altri elementi meno importannti normalmente si tralasciano. Per facilitare la pronuncia o la comprensione si possono però conservare le finali di classe di parole della frase originale, mentre le finali -J e -N non si conservano.

  • sur tablo → [sur tablo]-A → surtabla - su un tavolo → tavolare
  • inter (la) nacioj → [inter nacioj]-A → internacia - fra le nazioni →internazionale
  • dum unu tago → [unu tago]-A → unutaga - in un giorno → giornaliero
  • en la unua tago → [unua tago]-A → unuataga - nel primo giorno → del primo giorno
  • sur tiu flanko → [tiu flanko]-E → tiuflanke - su tale lato → di là
  • sur tiu ĉi flanko → [ĉi flanko]-E → ĉi-flanke - su questo lato → di qua
  • en tiu maniero → [tiu maniero]-E → tiumaniere - in tale maniera → così
  • en tiu ĉi maniero → [ĉi maniero]-E → ĉi-maniere - in questa maniera → ecco, così
  • Li staris tutan horon apud la fenestro.Li staris tuthore [tutahore] apud la fenestro. - Egli rimase in piedi per un'ora intera presso la finestra. →
  • povas pagipagi povas → [pagi povas]-A → pagipova - può pagare → solvibile

    tale, che si può pagare

Quando si condensa in una parola una espressione per mezzo della finale verbale o della finale -O, la finale rappresenta un qualche tipo di idea nascosta. Quel che la finale rappresenta lo si deve imparare specificamente per ogni parola di questo tipo:

  • per laboro → [per laboro]-(akiri)-I → perlabori - attraverso il lavoro → lavorare

    = ottenere per mezzo del lavoro. La finale verbale rappresenta l'idea implicita di "ottenere". Perlabori non deriva affatto dal verbo labori, ma dalla espressione per laboro. In labori il significato dell'azione è semplicemente LABOR. In perlabori la azione è "akiri".

  • fiŝojn kapti → [fiŝojn kapti]-(provi)-I → fiŝkapti - prendere pesci → pescare

    = provare a prendere del pesce, pescare

  • tri anguloj → [tri anguloj]-(figuro)-O → triangulo - tre angoli → triangolo

    = figura contre angoli

  • sub tegmento → [sub tegmento]-(ĉambro/loko)-O → subtegmento - sotto il tetto → sottotetto

    =camera o luogo sotto il tetto (non sottotetto, perchè ciò che precede il suffisso EJ, deve indicare qualcosa che si trova o avviene in tale luogo)

  • per fortoj → [per fortoj]-(trudo)-O → perforto - con la forza →

    imposizione della propria volontà con la forza

  • unu tago kaj unu nokto → [unu tago (kaj) unu nokto]-(periodo)-O → tagnokto - un giorno e una notte → giorno e notte

    = periodo di 24 ore

  • la pli multaj → [pli multaj]-(grupo)-O → plimulto - i più numerosi → maggioranza

    gruppo che è più numeroso (di un altro)

  • mil jaroj → [mil jaroj]-(periodo)-O → miljaro - mille anni → millennio

    = periodo di mille anni. La combinazione jarmilo e la parola-frase miljaro hanno esattamente lo stesso significato. Sono entrambe giuste, ma sono costruite in base a principi diversi. Ma in generale le combinazioni sono più frequenti e più semplici, e per questo motivo in definitiva la combinazione jarmilo è diventata più popolare.

Si usano anche espressioni "condensate in parole" come elemento iniziale di combinazioni. Il più delle volte l'elemento principale è un suffisso:

  • la sama ideo → [sama ideo]-AN-O → samideano - la stesa idea → compartecipe

    specie di membro, cioè membro della stessa idea

  • altaj montoj → [altaj montoj]-AR-O → altmontaro - alti montij → alta montagna

    = gruppo di alti monti

  • sub (la) maro → [sub maro]-ŜIP-O → submarŝipo - sotto il mare → sottomarino

    = nave che può andare sotto la superficie del mare

  • en liton → [en liton]-IG-I → enlitigi - in un letto → mettere a letto

    = "far stare in un letto, mettere a letto"

Una forma più estrema e più infrequente di composizione è il fare parole da citazioni. In tale caso, che è una specie di parola-frase, si fa una parola da una intera frase (vera o immaginaria). Allora si conservano le parole della citazione originaria complete di tutte le finali:"Vivu!" → [vivu]-(krii)-I → vivui = gridare "vivu!", salutare qualcuno gridando "vivu!". Notare che la finale -U rimane. Le parole ordinarie non possono avere due finali, esprimenti categoria di parole, una dietro l'altra. Ma vivui non è una parola ordinaria. È parola esprimente una citazione, e la finale -U è assolutamente necessaria per il significato. "Ne forgesu min!" → [ne forgesu min]-(floro)-O → neforgesumino = la specie botanica myosotis o "nontiscordardime" (il nome deriva dal colore blu del fiore, che è simbolo di fedeltà in amore)

Affissi

Un piccolo gruppo di radici (circa 40) si chiamano affissi. Sono radici che si usano soprattutto in parole composte. Alcune sono suffissi – affissi che seguono. Essi seguono altre radici. Altri sono prefissi – affissi iniziali. Essi appaiono prima delle altre radici.

È soprattutto la tradizione a decidere quali radici si considerano affissi. Si pò dire però che un affisso è una radice per cui valgono regole particolari nella formazione delle parole composte. Alcuni degli affissi tradizionali sono, secondo tale definizione, radici ordinarie. Nelle precedenti istruzioni sulla normale composizione delle parole ci sono alcuni esempi con radici che tradizionalmente si considerano affissi.

La maggior parte dei suffissi funzionano come elemento principale di una combinazione. Ciò che sta prima del suffisso è un precedente elemento di precisazione. Ma per la maggior parte dei suffissi esiste una qualche regola speciale che limita le relazioni possibili fra l'elemento principale e il precedente. Per radici ordinarie non esistono tali limitazioni.

I suffissi AĈ, ĈJ, EG, ET, IN, NJ e UM però non si comportano affatto così. Le parole costruite con tali suffissi non sono nèncombinazioni nè espressioni condensate. Perciò tali suffissi sono veri affissi.

La maggior parte dei prefissi funzionano come elementi iniziali di precisazione della combinazione. Ciò che sta dopo il prefisso è l'elemento principale, il cui significato viene in qualche modo precisato dal prefisso. Ma di solito c'è qualche regola speciale che limita le relazioni possibili fra prefisso e elemento principale.

Tuttavia i prefissi GE e MAL non si comportano in questo modo. GE e MAL cambiano tanto il significato dell'elemento che segue, che non si può spiegare questo come una ordinaria combinazione (e nemmeno come espressione condensata). Dunque GE e MAL sono veri affissi.

In linea di principio si può usare qualsiasi radice-affisso anche come radice ordinaria. Alcuni affissi anzi sono usati molto spesso in tal modo. Altri come ĈJ e NJ sono invece usati molto raramente come radici ordinarie. Qualche esempio di tale uso è riportato nelle spiegazioni che seguono riguardo ai diversi affissi.

Con un affisso normalmente non si usa una finale di collegamento come in dormoĉambro. Non si dice, per es., ekokuri, eksosekretario, ŝipoestro. La finale di collegamento si usa con un affisso solo quando questo è più o meno necessario per la comprensione, per es. unuaeco, antaŭenigi, posteulo.

I suffissi dei participi ANT, INT, ONT, AT, IT e OT si comportano in modo un po' particolare.

Alcune radici che normalmente non si definiscono affissi, tuttavia in un certo senso si comportano in modo simile a prefissi o suffissi. Essi si possono chiamare elementi affissori.

Torna all’inizio