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Parole nuove

من GianniGO, 16 نوفمبر، 2014

المشاركات: 4

لغة: Italiano

GianniGO (عرض الملف الشخصي) 16 نوفمبر، 2014 10:41:50 ص

Ogni lingua si arricchisce costantemente di nuove parole: contaminazioni da altre lingue, nuove tecnologie, nuove realtà sociali...
Come viene gestito tutto ciò in Esperanto?

raffadalbo (عرض الملف الشخصي) 20 نوفمبر، 2014 9:23:09 م

GianniGO:Ogni lingua si arricchisce costantemente di nuove parole: contaminazioni da altre lingue, nuove tecnologie, nuove realtà sociali...
Come viene gestito tutto ciò in Esperanto?
E' una domanda che si è posta fin dall'inizio lo stesso Zamenhof.

In primo luogo, tutte le parole nuove composte unendo radici esistenti secondo le regole dell'esperanto sono automaticamente ammesse.

Le radici nuove (è su questo che ci si concentra) vengono approvate periodicamente dalla cosiddetta "Accademia di Esperanto" (puoi leggere di più su wikipedia, anche in italiano: http://it.wikipedia.org/wiki/Akademio_de_Esperanto). Siamo arrivati alla nona serie di aggiunte ("Naŭa oficiala aldono" ).

Così si gestiscono, in particolare, le nuove tecnologie e le nuove realtà sociali. Per esempio, la parola "komputilo" (computer) è formata a partire dalla radice "komput-" (+ il suffisso standard "il" e la "o" finale). Orbene, la radice "komput-" è stata ufficialmente approvata proprio con l'ultima aggiunta ufficiale (la 9^, del 2007).

Ovviamente, la tecnologia e la società non aspettano le decisioni ufficiali dell'Accademia. Spesso le nuove parole vengono introdotte nell'uso pratico prima dell'approvazione ufficiale e poi a un certo punto vengono approvate.

Indipendentemente da quanto sopra, ci sono singole persone o gruppi che hanno introdotto nuove parole senza lo stesso tipo di necessità. P.es. alcuni scrittori e parlanti, non gradendo la parola "maljuna", hanno introdotto "olda", che s'incontra ogni tanto (il "vortaro" di lernu la riconosce). Questa parola è stata però rifiutata come non necessaria dall'Accademia e da molti esperantisti.

In alcuni casi, infine, la necessità di introdurre nuove parole nasce da insufficiente varietà del vocabolario originario. Per esempio, nella prima serie di aggiunte l'Accademia ha approvato la nuova radice "arom-" (es. "aromo" = aroma), anche se già esisteva "parfum-" ("parfumo" = profumo), che ha una sfumatura diversa.

GianniGO (عرض الملف الشخصي) 22 نوفمبر، 2014 1:54:49 م

Interessante! In effetti è un dilemma ben difficile da risolvere: da un lato preservare lo spirito di una lingua nata con il preciso scopo di essere estremamente semplice da apprendere e da impiegare – risultato ottenuto impiegando pochissimi morfemi in modo straordinariamente regolare e combinatorio; dall’altro la naturale tendenza di una lingua viva (qual'é ormai l'Esperanto) ad arricchire il proprio vocabolario per dare spazio alla spontaneità e alla ricchezza espressiva.

Facile immaginare che la purezza sarà tanto più difficile da preservare quanto più questa lingua inizierà a vivere di vita propria, crescendo e diffondendosi. A quel punto però bisognerà fare un grande sforzo per ricordare che se uno degli scopi di questo straordinario progetto linguistico è di fornire a tutti gli uomini uno strumento di comunicazione internazionale semplice ed efficace, l'altro è senz'altro di preservare dal declino le lingue locali.

Studiare Esperanto, infatti, è anche una scelta importante per preservare la propria lingua, la propria cultura locale, la propria storia, evitando di trasformare il mondo in un'unica squallidissima periferia anglofona. Questo però implica che l'Esperanto resti sempre per tutti una seconda lingua a fianco delle proprie lingue madri, privilegiando la ricchezza espressiva di queste ultime e la semplicità della lingua internazionale.
Questo è il mio parere.

raffadalbo (عرض الملف الشخصي) 23 نوفمبر، 2014 8:43:46 م

GianniGO:Questo però implica che l'Esperanto resti sempre per tutti una seconda lingua a fianco delle proprie lingue madri, privilegiando la ricchezza espressiva di queste ultime e la semplicità della lingua internazionale.
Concordo al 100%. ridulo.gif

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