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La pena di morte

од Korsivo, 07. март 2011.

Поруке: 3

Језик: Italiano

Korsivo (Погледати профил) 07. март 2011. 18.42.05

Sono sempre stato contrario alla pena di morte ma mi domando se sarebbe utile volerla introdurre come "opzione", un'ultima spiaggia per coloro che pensano che la condanna a cui sono stati sottoposti è totalmente ingiusta e/o insopportabile. O quando la pena a cui sono sottoposti è ritenuta più grave della pena di morte. Ci sono prigioni e prigioni, si dice. Personalmente, piuttosto di esere uno di certi prigionieri statunitensi in detenzione solitaria, (non sono moltissimi per fortuna) preferirei essere morto, e vorrei almeno aver diritto ad una iniezione letale. Rappresenterebbe per me aver diritto ad un'ultima azione giusta per confermare quello in cui ho sempre creduto: certe barbarie di stato sono inaccettabili qualunque siano le giustificazioni per punire. Una democrazia non dovrebbe tollerare la tortura. Uno stato che tollera la tortura, secondo questa logica, è anche uno stato che ogni volta che si presentano tali situazioni ha già tollerato l'omicidio. Ma se nel mondo non ci fosse più la tortura, probabilmente non avrei mai sentito il bisogno di scrivere tutto questo.
Ĝis,
kursivo

Eddycgn (Погледати профил) 07. март 2011. 20.31.52

Korsivo:Sono sempre stato contrario alla pena di morte ...

Ĝis,
kursivo
Buoni pensieri, ma non bisogna confondere la pena di morte con la morte "desiderata" che equivale al suicidio.

Il suicidio, sebbene la chiesa lo condanna (non sono religioso io), è una soluzione a casi estremi, come descrivi tu, o anche malattie incurabili e può essere accettabile se voluto dall'individuo stesso..

Però prima bisogna eliminare il carcere crudele, la tortura e incoraggiare una gustizia umana, come c'è in alcuni paesi europei.

La pena di morte in certi paesi, Iran, Afganistan, Pakistan, Cina, paesi arabi, anche per oppositori politici, per donne (lapidazione), omosessuali, è una cosa inumana e assolutamente orribile.

Ciao
Eddi

Korsivo (Погледати профил) 09. март 2011. 19.16.59

Ciao Eddi. Sono d'accordo e hai ragione. E forse nei casi estremi che descrivevo non sarebbe più troppo preciso parlare di pena di morte, anche se l'espressione "opportunità legalizzata per il suicidio", qualora fosse una vera opportunità, condurrebbe a tutti gli effetti al diritto di scontare la pena con la morte, qualunque la qualità della sentenza. Tutto ciò si riferisce sostanzialmente al fatto che ho la forte impressione che per certi crimini, certi regimi o persone crudeli, non ritengono che una morte dignitosa del criminale sia una punizione adeguata o sufficiente per "saldare il conto con la società" (o anche, e più pateticamente, con Dio, come nel caso delle teocrazie). Anche in quei casi orribili di omicidi plurimi che fanno inorridire la gente e che generalmente risultano nella carcerazione a vita, sarebbe auspicabile che fosse sempre garantito il beneficio del dubbio, ed eventualmente la possibilità di andarsene. Se non altro, una politica che piuttosto cinicamente farebbe un favore al problema del sovraffollamento delle carceri e alle tasche dei contribuenti. Secondo me, uno stato con orgoglio democratico non si dovrebbe mai abbassare al rischio di commettere degli obrobri o infliggere delle punizioni palesemente disproporzionate al crimine. Per quanto riguarda il desiderio di morire, c'è da considerare che questo desiderio (io direi "disperata via d'uscita") solitamente svanisce con la cessazione del trattamento crudele o tortura. Quanto vale la libertà? Quanto tempo o quanti anni vale la pena di passare in una cella di 16,20 metri quadri con altre cinque persone disponendo, dunque, di una superficie di solo 2,7 metri quadri, è una decisione che non vorrei mai trovarmi nella situazione di dover fare ma che vorrei poter fare quando la speranza che la mia situazione cambi non è più sentita. In questo caso specifico che ho riportato dal corriere.it per fare un esempio, dopo sei mesi il detenuto è stato trasferito con un'indennità irrisoria di mille euro. Una scampagnata, direbbero certuni della detenzione solitaria. Ma bada che qui ancora non ho discusso l'eutanasia, dove è chiaro che in certi casi di malattie terminali, per certi pazienti, questo desiderio persisterà fino alla morte nella maggior parte dei casi. Nei malauguratissimi casi estremi in cui le due cose dovessero coesistere, il trattamento crudele e/o le terapie punitive talvolta illegali rappresenterebbero un'ulteriore, abominevole aggravazione. Comunque, "io speriamo che me la cavo".
Kursivo.

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