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AĈ = "cattiva qualità, mancanza di valore, inettitudine".

  • domodomaĉo = casa non buona, scassata, in rovina
  • ĉevaloĉevalaĉo = cavallo non buono, senza valore
  • babilibabilaĉi = chiacchierare scioccamente, sparlare
  • 1}aĉa = cattivo, di cattiva qualità, inadatto, senza valore

AD = "azione duratura".

  • uzouzado = uso continuato e regolare
  • vizitivizitadi = visitare spesso, regolarmente
  • konstruo = l'azione di costruire, la maniera di costruire, qualcosa di costruito→ konstruado = la azione di costruire (permanentemente)
  • martelo (strumento) → marteli = battere con un martello → martelado = la azione di battere ripetutamente col martello
  • reĝo (persona) → reĝi = governare come re → reĝado = la azione di regnare

Se si vuole indicare che si tratta di una azione, ma non si vuole il significato di durata espresso da AD, si deve usare un'altra radice di azione senza significato di durata, o esprimersi in tutt'altro modo:martelado (durevole) → martelbato = un colpo dato col martello; brosado (durevole) → brostiro = un movimento di spazzola

AĴ = "cosa concreta".

  • belabelaĵo = cosa (concreta) particolarmente bella, esempio concreto di bellezza
  • utilautilaĵo = cosa (concreta) che è utile
  • dolĉadolĉaĵo = qualcosa caratterizzata dal sapore dolce (caramella e simili)
  • novanovaĵo = cosa appena apparsa, appena accaduta
  • farifaraĵo = una cosa fatta, o in corso, o che sarà fatta
  • desegnidesegnaĵo = immagine disegnata
  • kreskikreskaĵo = qualcosa che cresce, pianta
  • kovrikovraĵo = qualcosa con cui si copre
  • amuziamuzaĵo = qualcosa che può divertire
  • havihavaĵo = qualcosa che si ha
  • 1}trinki → trinkaĵo = qualcosa che si beve
  • konstruo = l'azione di costruire, la maniera di costruire, qualcosa di costruito → konstruaĵo = qualcosa di costruito (normalmente una casa)
  • lignolignaĵo = qualcosa fatto di legno
  • araneoaraneaĵo = ragnatela
  • azenoazenaĵo = cosa da asini, stupidaggine
  • ĉirkaŭĉirkaŭaĵo = spazio, luogo o regione intorno a qualcosa
  • postpostaĵo = sedere, deretano
  • sen sencosensencaĵo = cosa che non ha senso
  • kokidokokidaĵo = cibo di pollo
  • ovoovaĵo = cibo di uova
  • glacioglaciaĵo = dolce fatto di crema gelato
  • aĵo = cosa concreta (di specie non definita)

A volte si può aggiungere un suffisso di participio per maggior precisione: draŝataĵo (grano che si trebbia), draŝitaĵo (grano che si è già trebbiato), draŝotaĵo (grano che si trebbierà), brulantaĵo (qualcosa che sta bruciando), brulintaĵo (qualcosa che è già bruciato). Ma di solito una semplice parola in AJ è del tutto sufficiente.

AN

AN = "membro di un gruppo, abitante di un luogo, adepto di una dottrinaa, persona legata a un luogo" e sim.

  • kluboklubano = membro di un club
  • EŭropoEŭropano = abitante dell'Europa
  • IndonezioIndoneziano = abitante dell'Indonesia
  • vilaĝovilaĝano = abitante di un villaggio
  • IslamoIslamano = credente nell'Islam
  • respublikorespublikano = sostenitore dell'idea che lo stato sia una repubblica, membro di un partito che si definisce repubblicano
  • ŝipoŝipano = persona che fa servizio su una nave
  • estraroestrarano = membro del direttivo
  • sama landosamlandano = abitante della stessa terra
  • ano =membro di una società, un partito, una famiglia, una chiesa ecc.; aniĝi = diventare mebro, unirsi al gruppo

AR

AR = "tutti, o un gruppo di, cose della stessa specie".

  • homohomaro = tutti gli uomini del mondo, umanità, genere umano
  • birdobirdaro = tutti gli uccelli del mondo o di una regione
  • gazetogazetaro = tutti i giornali di una regione
  • verkoverkaro = tutte le opere di uno scrittore
  • estroestraro = gruppo eletto dei dirigenti di una organizzazione
  • arboarbaro = luogo con molti alberi che crescono insieme
  • harohararo = tutti i capelli sulla testa di qualcuno
  • ŝafoŝafaro = tutte le pecore di un proprietario o in un luogo
  • meblomeblaro = tutti i mobili di una stanza o appartamento o casa
  • altaj montojaltmontaro = massiccio o catena di alti monti
  • vortovortaro = dizionario, libro con elenco di parole e spiegazione delle stesse
  • horohoraro = tabella delle ore in cui avviene qualcosa di particolare
  • ŝtupetoŝtupetaro = strumento per salire con parecchi gradini (= scala)
  • vagonovagonaro = serie di vagoni collegati trainata da una locomotiva (= treno)
  • aro = gruppo, insieme, gregge ecc.

ĈJ

Con ĈJ si fanno dei nomi affettuosi per uomini. Prima di ĈJ si usa una forma abbreviata del nome. Di solito si conservano da 1 a 4 lettere:

  • JohanoJohanĉjo o Joĉjo
  • VilhelmoVilhelĉjo o Vilheĉjo o Vilĉjo o Viĉjo
  • papagoPapĉjo (vezzeggiativo per un pappagallo maschio)
  • PatroPaĉjo
  • OnkloOĉjo
  • FratoFraĉjo

ĈJ, come anche NJ, è un suffisso particolare, perchè non comincia per vocale, e perchè si può accorciare la radice che lo precede. A volte si potrebbe prima aggiungere il suffisso UL, se questo aiuta a creare una forma dal suono migliore: PetroPetruloPetruĉjo e simili. Questo però non è secondo la tradizione, e nemmeno del tutto logico, ma quando si tratta di affettuosità tradizione, logica e rigore grammaticale non sono importanti. Di fatto i nomi affettuosi si possono creare come si vuole (ad es. prendendoli da altre lingue).

EBL

EBL = "fattibile". Si può usare EBL solo con verbi transitivi:

  • manĝimanĝebla = tale da poter essere mangiato
  • nombrinombrebla = tale da potersi contare
  • malhavimalhavebla = tale da poter averlo, non necessario → nemalhavebla = tale da non poter non averlo, indispensabile
  • komprenikompreneble =così che chiunque può capire, chiaramente, evidentemente (spesso usato come abbreviazione di memkompreneble)
  • esperiespereble = in modo tale che lo si può sperare
  • supozisupozeble = così che lo si può supporre
  • eble = "può essere"; eblo = qualcosa xhe è possibile; ebleco = possibilità

A volte si usa EBL (anche IND e END) dopo un verbo che normalmente è intransitivo, ma che può avere un oggetto:

  • iriirebla = tale che ci si può andare (lungo o su di esso)
  • loĝiloĝebla = tale che può essere abitato

Normalmente si dice iri sur/laŭ vojo e loĝi en domo, ma anche iri vojon e loĝi domon sono corretti, per quanto molto rari.

EC

EC = "qualità o stato di qualcuno o qualcosa". EC indica sempre qualcosa di astratto (qualità o stato).

  • bono = la idea astratta di bontà → boneco = la bontà come qualità di qualcuno o qualcosa
    • Vi estos kiel Dio, vi scios bonon kaj malbonon. - Tu sarai come Dio, conoscerai il bene e il male.
    • Ili admiris la bonecon de lia ago. - Essi ammirarono la bontà della sua azione.
  • ruĝo = il colore rosso → ruĝeco = lo stato di essere rosso
    • Ŝiaj blankaj vangoj estis kolorigitaj de freŝa ruĝo. - Le sue guance bianche erano colorate di un rosso vivace.
    • La ruĝeco de ŝiaj vangoj malkaŝis ŝiajn sentojn. - Il rossore delle sue guance rivelava i suoi sentimenti.
  • longo = dimensione orizzontale (tutti gli oggetti concreti hanno una lunghezza) → longeco = la caratteristica di essere lungo, di avere grande lunghezza
    • Ni mezuris la longon de ĝiaj kruroj, kaj trovis, ke ili estas tre mallongaj. - Misurammo la lunghezza delle sue gambe e trovammo che erano molto corte.
    • La longeco de ĝiaj kruroj tre surprizis nin. - La lunghezza delle sue gambe ci sorprese molto.

      Le gambe erano sorprendentemente lunghe.

  • rapido = misura della distanza percorsa in un certo tempo (aualsiasi cosa che si muove ha una velocità) → rapideco = la qualità di qualcosa, che si muove (molto) velocemente
    • La rapido de la aŭto estis nur 20 kilometroj en horo. - La velocità dell'auto era di soli 20 chilometri all'ora.
    • La aviadilo pasis kun fulma rapideco. - L'aereo passò con la velocità di un fulmine.
  • homohomeco = la qualità naturale di persona umana
  • 1}granda animo → grandanimeco = la caratteristica di essere di animo grande (nobile)
  • korektokorekteco = la caratteristica di essere corretto, senza errori
  • unaunueco = la caratteristica di essere come uno solo
  • unuaunuaeco = la caratteristica di essere il primo
  • estontaestonteco = tempo che verrà. Forme come estonto normalmente indicano una persona, come tutti i participi con finale O, ma a volte si usa estonto come abbreviazione di estonteco.
  • pasintapasinteco = tempo passato
  • infanoinfaneco = la qualità di essere bambino, infanzia
  • eco = qualità

Talvolta EC è usato in modo illogico per influenza delle lingue nazionali: Bedaŭrinde mi ne havas la eblecon tion ĉi fari. Di fatto non si tratta affatto di qualità, ma di eblo (o eventualmente eblaĵo). Dite come Zamenhof: Bedaŭrinde mi ne havas la eblon tion ĉi fari. (Se si esita fra eblo e ebleco, preferire eblo, perchè esso è una forma che riassume il senso sia di ebleco che di eblaĵo, perciò è difficile che eblo sia una scelta sbagliata).

EC si può utilizzare anche con aggettivi (-A) o avverbi (-E) o verbi. Tali forme hanno normalmente il significato di "simile, similmente, allo stesso modo di-, così come-":

  • ligneca papero = carta che in parte somiglia a legno.
  • Ni havas amikecajn rilatojn kun ili. = Ni rilatas kvazaŭ ni estus amikoj. - Abbiamo con loro relazioni amichveoli = Ci sentiamo con loro come se fossimo amici.

A volte per chiarezza si può invece usare composti con ŝajna, simila, maniera o stila. A volte forme con ...eca significano "relativo a tale caratteristica, riguardo alla relativa caratteristicapri la koncerna eco": patreca testo = prova di paternità, prova pr trovare chi è il padre.

EG

EG = "di (del più) alto grado, di (del più) grande tipo".

  • domodomego = casa molto gtande
  • varmavarmega = molto caldo
  • bonebonege = molto bene
  • kriikriegi = gridare molto forte
  • ŝatiŝategi = gradire molto
  • 1}dankon! → dankegon! = molte grazie!
  • tretreege = molto molto, enormemente
  • pordopordego = porta principale di una casa, una città, una tenuta, un cortile ecc.
  • grandagrandega = straordinariamente grande
  • piedopiedego = grande, grosso, fastidioso o pericoloso piede di una persona o un animale
  • manĝimanĝegi = mangiare avidamente o troppo, divorare
  • ege = molto fortemente, molto intensaemente,estremamente

EJ

EJ = "luogo, spazio, casa, camera e simili, destinati a qualcosa". Quanto si trova davanti ad EJ è sempre ciò che accade o che si trova nel luogo.

  • lernilernejo = luogo destinato per imparare
  • dormidormejo = stanza per dormire
  • elirielirejo = luogo (normalmente porta) attraverso cui si può uscire
  • redaktiredaktejo = logo dove si redige, redazione (es. di un giornale)
  • akceptiakceptejo = luogo dove si è ricevuti (in un albergo, un congresso ecc.)
  • necesanecesejo = luogo per una derta azione necessaria, che si preferisce non nominare direttamente (cioè irinare e defecare)
  • preĝipreĝejo = luogo per pregare e per altr azioni religiose. La arola preĝejo è tradizionalmente usata per una chiesa cristiana, mentre si preferisconoparole specifiche per chiese di altre religioni:moskeo, sinagogo, templo e sim. Ma preĝejo si può usare per qualsiasi religione. Per la chiesa cristiana c'è anche la parola speciale kirko (molto poco usata). Il meglio è precisare con 1}Kristana preĝejo, Islama preĝejo, Hinduisma preĝejo ecc.
  • ĉevaloĉevalejo = luogo (ricovero) per cavalli
  • malliberomalliberejo = luogo di detenzione, carcere
  • librolibrejo = rivendita di libri (deposito di libri invece è biblioteko)
  • rizorizejo = luogo (campo) dove si coltiva riso
  • herboherbejo = luogo dove cresce principalmente erba (non alberi o cespugli)
  • tajlorotajlorejo = ;uogo dove lavora un sarto
  • ministroministrejo = luogo (casa o ufficio) di unministro
  • malsanulomalsanulejo = luogo dove si curano i malati (= ospedale)
  • TTT (la Tut-Tera Teksaĵo, pronunciato "to to to") → TTT-ejo ("to-to-to-ejo") = webserver, sito web (luogo dove si trova un sito web)
  • ejo = luogo (destinato a qualcosa di specifico)

Se si tratta di una fabbrica o simili, di preferenza usare composti più chiari:, tabakfarejo = "luogo dove si producono sigarette e altri articoli di tabacco", ŝtalejo o ŝtalfabriko = "fabbrica di acciaio", gisejo o gisfabriko = "fabbrica di articoli in ghisa".

EM

EM = "inclinazione a qualcosa".

Le parole in EM nella maggior parte dei casi indicano che qualcosa, per sua natura, spesso, o continuativamente, ha tendenze ad una azione:

  • timitimema = incline a temere, spesso timoroso
  • manĝimanĝema = incline a mangiare spesso o molto
  • komprenikomprenema = che vuole sempre capire
  • venĝivenĝema = vendicativo, che non perdona
  • purapuri = essere pulito → purema = che vuole essere pulito

In taluni casi si utilizza EM per un desiderio momentaneo o occasionale, o per un passato bisogno:

  • Ŝi sentis fortan manĝemon. (= ... fortan malsaton.) - Ella sentì un forte appetito (= una forte voglia di mangiare)
  • Subite li fariĝis terure dormema. (= ... terure dorme laca.) - Improvvisamente divenne terribilmente incline al sonno (terribilmente stanco)

In alternativa si possono comporre le parole con vola: manĝivola, venĝovola. Ma normalmente EM è sufficiente.

In alcune parole EM indica una capacità:

  • produktiproduktema = tale che può produrre molto
  • kreikreema = tale, che può creare molto, creativo

Si possono anche comporre parole con pova o kapabla: produktipova, kreokapabla. Ma normalmente EM è sufficientemente chiaro.

In alcune parole EM significa che per propria natura si è minacciati da qualcosa, che si rischia qualcosa che non si vuole:

  • erarierarema = tale da fare spesso e facilmente errori
  • mortimortema = tale da poter o ppersino dover morire

Talvolta si formano parole con EM che non derivano da verbi:

  • gastogastema = che è contento di avere ospiti
  • la sama seksosamseksema = che preferisce relazioni col suo stesso sesso

Gastema quindi si può intendere come "incline a essere ospitato". Se non si tratta di tale significato, è preferibile usare composti con ama: gastama = "tale che ama gli ospiti", samseksama = "tale che ama il proprio sesso". D'altronde, quando AM sembra troppo forte o poco adatto come senso, è preferibile EM.

Le arole in EM hanno di solito finale A, ma possono avere qualsiasi finale. con finale O si usava in passato aggiungere sempre il suffisso EC: manĝemeco, timemeco e sim. SMa normalmente EC non occorre. è sufficiente manĝemo, timemo ecc. Davanti al suffisso UL speso si può tralasciare EM, se il senso è chiaro: timemulotimulo, drinkemulodrinkulo.

EM si usa anche come radice ordinaria: emo = tendenza del momento, ema = tendente a.

END

END = "deve essere fatto". Si può usare solo con verbi transitivi.

  • pagipagenda = che si deve pagare
  • respondirespondenda = che deve avere risposta

ER

ER = "piccola parte di un tutto". ER si usa quando qualcosa consiste di molte particelle della stessa specie. Ciò che sta prima di ER indica sempre il tutto, che è costituito dalle particelle.

  • sablosablero = grano di sabbia
  • neĝoneĝero = fiocco di neve
  • monomonero = pezzo di denaro metallico (un pezzo di moneta cartacea si chiama monbileto o monpapero)
  • fajrofajrero = piccola parte bruciante (e volante) (se elettrica, si chiama anche sparko))
  • ero = piccola parte (elemento costitutivo)

ER indica una di molte particelle simili e poco distinguibili che costituiscono un tutto. Se si tratta di parti di diverse specie o conu na individualità, non si usa ER ma PART: mondoparto (≈ kontinento), landparto, korpoparto, parto de libro. Se si tratta di una parte che è stata rotta o strappata da un tutto, si usa PEC: Mi disŝiris la leteron kaj disĵetis ĝiajn pecetojn en ĉiujn angulojn de la ĉambro.

ESTR

ESTR = "persona che guida e decide, capo, maestro". Ciò che sta prima di ESTR è sempre il luogo dove il capo decide, o ciò su cui decide:

  • ŝipoŝipestro = colui che decide sulla nave, comandante
  • imperioimperiestro = titolo del reggitore di un impero
  • grupogrupestro = capo di un gruppo
  • urbourbestro = persona eletta per guidare una città, sindaco
  • lernejolernejestro = direttore di una scuola
  • centcentestro = ufficiale che comanda cento soldati
  • estro = capo col potere di decidere

ET

ET = "basso grado, piccola specie".

  • domodometo = casa molto piccola
  • varmavarmeta = solo un po' caldo, tiepido
  • babilibabileti = chiacchierare poc.
  • iomiomete = solo poco
  • ŝtrumpoŝtrumpeto = calza corta, che copre solo il piede e poco sopra
  • ridirideti = ridere in silenzio con oa bocca chiusa
  • patropatreto = caro padre, babbo
  • manomaneto = mano graziosamente piccola
  • eta = piccolo, delicato; etigi = far rimpicciolire, alleggerire; etulo = persona piccola

A volte si usa ET come prefisso per esprimere significati particolari:

  • burĝoetburĝo = borghese della piccola borghesia (come stato sociale)
  • fingroetfingro = un ripo di dito, che in genere è più piccolo delle altre dita di una mano:

ID

ID = "generato".Ciò che sta prima di ID indica sempre ciò da cui si origina il generato.

Normalmente si usa ID con una parola indicante un animale. In tal caso ID indica un animale immaturo, un giovane esemlare della relativa specie animale:

  • bovobovido = bue immaturo
  • kokokokido = gallo immaturo
  • ranoranido = rana immatura
  • ido = giovane figlio di un animale

Talvolta si usa ID per una giovane pianta : arboarbido = alberello.

n parole relarive apersone ID indica bambino, discendente, senza considerare l'età. Si usa così ID specialmente con titoli o nomi storici:

  • reĝoreĝido = figlio di un re
  • TimuroTimuridoj = principi discendenti del sultano Timur lo Zoppo
  • IzraeloIzraelido = discendente della persona Israele (Israelano = cittadino dello stato Israele)

A volte ID è usato in senso figurato con una parola indicante un paese o una lingua:

  • landolandido = persona nata in un certo paese, indigeno
  • LatinoLatinida lingvo = lingua derivata dal latino

IG

IG = "azione efficiente, causante o cambiante". Ciò che precede IG indica sempre il risultato della azione.

  • akraakrigi = agire in modo da rendere qualcosa appuntito
    • Mi akrigas mian tranĉilon. - Affilo il mio coltello.
  • longalongigi = agire in modo da rendere qualcosa lungo
    • La kunveno devus esti mallonga, sed la multaj demandoj longigos ĝin. - Il convegno dovrebbe essere breve, ma le molte domande lo renderanno lungo.
  • pli longaplilongigi = agire in modo da rendere qualcosa più lungo
    • Ni devis plilongigi nian viziton en Hindujo. - Dovemmo prolungare la nostra visita in India.

Si può fare un verbo in IG da una radice di azione (che di solito è un verbo). Tale verbo in IG significa che si causa il fatto che qualcuno faccia la relativa azione. L'oggetto di tale verbo in IG è ciò che sarebbe il soggetto del verbo semplice.

Potete procedere da un verbo intransitivo:

  • sidisidigi = agire in modo da far sedere qualcuno
    • Li sidigis sian infanon sur seĝon. - Egli fece sedere il suo bambino su una sedia.

Si può anche partire da un verbo transitivo. L'oggetto di tale verbo in IG è o il soggetto o l'oggetto del verbo semplice:

  • komprenikomprenigi = agire in modo che qualcuno capisca
    • Mi finfine sukcesis komprenigi lin, ke li devas iri hejmen. - Alla fine riuscii a fargli capire che doveva andare a casa.
    • Mi ne povis komprenigi la ŝercon al li. - Non riuscii a fargli capire lo scherzo.

Si può anche fare un verbo-IG da una radice che normalmente è un sostantivo.

Tale verbo in IG può significare che si agisce in modo che l'oggetto diventi ciò che la radice indica, ma può anche significare che si rende l'oggetto tale, come la radice indica, o può anche significare che si fa sì che l'oggetto compia una azione che ha relazione con la radice:

  • edzoedzigi = fare in modo che qualcuno divenga marito
    • Li edzigis sian filon al riĉa fraŭlino. - Egli fece sposare suo figlio a una ricca signorina.
  • pintopintapintigi = fare in modo che qualcosa divenga appuntito, abbia una punta
    • Se vi volas skribi, vi devas unue pintigi vian krajonon. - Se vuoi scrivere devi prima fare la punta alla tua matita.
  • flamoflamiflamigi = fare in modo che qualcosa prenda fuoco.
    • Petro flamigis la fajron per forta blovado. - Pietro fece ardere il fuoco con una forte soffiata.

Si può anche fare un verbo-IG da una frase con preposizione:

  • en (la) domoendomigi = far muovere verso l'interno della casa
    • Kiam komencis pluvi, ŝi rapide endomigis la infanojn. - Quando cominciò a piovere ella rapidamente fece entrare in casa i bambini.
  • sen vestosenvestigi = togliere le vesti da qualcuno
    • Janjo estis senvestigita kaj endormigita. - Giacomina fu svestita e fatta dormire.

Il contrario di sen...igi in teoria si può esprimere con kun...igi, ma normalmente taliparole non si usano, perchè molti verbi semplici hanno già di per sé tale significato: maski = "kunmaskigi", vesti = "kunvestigi". In tali casi si può, come alternativa a sen...igi usare il prefisso MAL senza IG: malvesti = senvestigi, malmaski = senmaskigi. Senfortigi ha all'incirca lo stesso senso di malfortigi. Il contraio di senfortigi sarebbe in teoria "kunfortigi", ma è inutilmente pesante. Invece si dice semplicemente fortigi.

Si può anche fare un verbo-IG da una particella o da un affisso:

  • forforigi = togliere, cancellare, grattare via
    • Per forta lesivo ŝi sukcesis forigi la nigrajn makulojn. - Con un forte detersivo lei riuscì a far sparire le macchie nere.
  • alaligi = aggiungere, mettere insieme a
    • Ili baldaŭ discipline aligos siajn fortojn al tiu komuna granda armeo. - Essi presto con disciplina aggiungeranno le loro forze a quella comune grande armata.

Quando la radice non è né di azione, né di qualità, si può spesso esitare se usare un verbo semplice senza suffisso, o un verbo con suffisso IG. Spesso la tradizione della lingua ha dato al verbo semplice un senso di qualità: konfuzo = grande disordine → konfuzi = rendere molto disordinato. A volte la tradizione ha scelto di usare solo forme con IG: grupogrupigi = raggruppare, far stare in gruppo. A volte la tradizione ha assegnato significato diverso àlla forma semplice e a quella in iG, ma entrambe le forme hanno senso di IG: kolorokolori = dare a qualcosa il proprio colore, essere ciò che dà il colore a qualcosa; kolorokolorigi = fare in modo che qualcosa prenda un colore. Ma non si può pretendere che tutti seguano sempre queste sottili distinzioni. Si deve perlomeno tollerare che qualcuno talvolta le scambi, ad es. kolori e kolorigi. A volte la forma semplice ha un significato che non si avvicina a IG: lumolumi = emettere raggi luminosi; lumolumigi = far emettere luce. Altre volte le due forme hanno lo stesso significato: ordoordi o ordigi = creare ordine, mettere in ordine. Oggi in generale si preferisce la forma ordigi.

Spesso si aggiunge un IG superfluo al verbo che normalmente non ne ha bisogno.Questo può essere tollerato, specialmente se ne consegue maggior chiarezza, ma normalmente si deve usare la forma tradizionale. Comunque le forme non sempre sono del tutto stabili. In certi casi il suffisso IG non è affatto necessario, perchè la forma semplice ha significato pressochè identico. In tal caso in futuro si dovrebbe usare la forma senza IG. Ma spesso le due forme possono essere usare senza differenza di senso: loki/lokigi, arkivi/arkivigi, listi/listigi.

IG di solito ha finale verbale, ma può anche avere finale O, finale A o E, Tali fome hanno lo stesso significato di azione come la forma verbale: akrigo = "la azione di rendere aguzzo", akriga = "relativo alla azione di rendere aguzzo, aguzzante", sidigo = "la azione di far sedere", sidige = "riguardo alla azione di far sedere", edzigo = "la azione di far sposare", edziga = "riguardante la azione di far sposare".

IG si usa anche come radice ordinaria: igi= far compiere a qualcuno una azione.

IĜ = "passaggio a un altro stato, a un nuovo posto,a una nuova azione". Quel che sta prima di IĜ indica sempre il risultato della transizione.

  • palapaliĝi = diventare pallido
    • Li paliĝis pro la ŝoko. - Egli impallidì per lo scossone.
  • longalongiĝi = diventare lungo
    • La tagoj longiĝas, printempo alvenas. - I giorni si allungano, arriva la primavera.
  • pli longaplilongiĝi = diventare più lungo
    • Li asertas, ke post la vizito al la miraklisto lia kruro plilongiĝis. - Egli asserisce che dopo la visita al guaritore la sua gamba si è allungata.

Un verbo in IĜ formato da un verbo intransitivo indica passaggio alla relativa azione. Perciò in tale verbo IĜ equivale pressappoco al prefisso EK. A volte questi verbi in IĜ esprimono la sfumatura che l'azione avviene da sé, o che accade involontariamente:

  • sidisidiĝi = cominciare a sedersi, sedere
    • Li sidiĝis sur la sofo. - Egli si sedette sul sofa.
  • estiestiĝi = cominciare ad essere, sorgere
    • Estiĝis kverelo inter ili. - Sorse una disputa fra loro.
  • mortimortiĝi = morire (involontariamente)
    • Mia onklo ne mortis per natura morto, sed li tamen ne mortigis sin mem kaj ankaŭ estis mortigita de neniu; unu tagon, promenante apud la reloj de fervojo, li falis sub la radojn de veturanta vagonaro kaj mortiĝis. - Mio zio non morì di morte naturale, ma non si uccise e neanche fu ucciso da qualcuno: un giorno, camminando presso i binari di un treno, cadde sotto le ruote di un treno in corsa e morì.

      Già il semplice morti indica passaggio (dalla vita alla morte). Qui IĜ indica che la morte avvenne senza ragione, accidentalmente.

Si può anche fare un verbo in IĜ da un verbo transitivo. In tale verbo IĜ non ha significato di transizione. In tal caso IĜ serve solo a rendere il verbo intransitivo, per cambiare i ruoli nella frase:

  • malfermimalfermiĝi = diventare aperto, essere aperto (di per sé)
    • La knabo malfermis la pordon. - Il ragazzo aprì la porta.
    • La pordo brue malfermiĝis. - La porta si aprì rumorosamente.
  • turniturniĝi = diventare girato, essere girato (da se stesso)
    • La knabo turnis sian kapon. - Il ragazzo volse il capo.
    • La tero turniĝas ĉirkaŭ sia akso. - La terra gira intorno al suo asse.
  • ruliruliĝi = muoversi per rotolamento, essere rotolato (da se stesso)
    • Kiu rulas ŝtonon, al tiu ĝi revenos. - A chi rotola una pietra, la pietra gli ritornerà.
    • Ili rulis sian ĉaron. - Essi facevano rotolare il loro carro.
    • La vinberoj elpremite ruliĝadis sur la teron. - L'uva spremuta continuavano a rotolare sulla terra.
    • La veturilo ruliĝis tre rapide. - L'auto procedeva molto rapidamente.

Un verbo in IĜ fatto da un verbo transitivo spesso somiglia a un verbo passivo. La differenza è che un verbo in IĜ indica che la azione avviene più o meno da sé o che non ci si interessa dell'eventuale causante dell'azione: Li estis naskita en Januaro. Frase passiva normale. Si considera specialmente la azione che si è compiuta con un risultato (data la forma IT). 4} Egli divenne generato (ebbe i natali). Si dà più attenzione al generato, il bambino, che al generante, la madre.

Si può anche fare un verbo in IĜ da una radice che normalmente è un sostantivo. Tale verbo in IĜ può significare che il soggetto diventa ciò che la radice indica, o che diviene simile alla radice, o che ad esso accade una azione caratterizzata dalla radice:

  • edzinoedziniĝi = diventare moglie di qualcuno
    • Ŝi edziniĝis kun sia kuzo. - Ella sposo suo cugino.
  • pintopintapintiĝi = diventare aguzzo, assumere una punta aguzza
    • Malgraŭ liaj penoj la krajono ne pintiĝis. - Malgrado i suoi sforzi la matita non si appuntì.
  • flamoflamiflamiĝi = cominciare a fare fiamma
    • Ligno fendita facile flamiĝas. - Il legno spaccato si infiamma facilmente.

Un verbo IĜ può anche venir formato usando una locuzione con una preposizione. Il significato preciso dipende dalla preposizione. Se, per esempio, la preposizione si riferisce alla localizzazione o al movimento, IĜ significa “muovere, andare, cambiare posizione”:

  • en domoendomiĝi = entrare in casa
    • Kiam la fulmotondro komenciĝis, ni tuj endomiĝis. - Quando il temporale cominciò, subito entrammo in casa.
  • sen vestosenvestiĝi = diventare nudo, togliersi la veste
    • Senhonte mi senvestiĝis antaŭ ili. - Senza vergogna mi spogliai davanti a loro.

Si può anche fare un verbo-IG da una particella o da un affisso

  • alaliĝi = aggiungersi, entrare a far parte, diventare membro, annunciare la propria partecipazione
    • Al lia antaŭa embaraso aliĝis nun iom da konfuzo. Ĉu vi jam aliĝis al la kongreso? - Al suo precedente imbarazzo si aggiunse ora un po' di confusione. Ti sei già iscritto al congresso?
  • senseniĝi = rendersi senza qualcosa, liberarsi di qualcosa
    • Mi ne plu eltenas ilin, ni devas seniĝi je ili. - Non li sopporto più, dobbiamo escluderli (liberarcene.)

IĜ di solito ha finale verbale, ma può anche avere finale O, finale A o E, Tali fome hanno lo stesso significato di azione come la forma verbale: akriĝo = "la azione di divenire aguzzo", akriĝa = "relativo alla azione di divenire aguzzo", sidiĝo = "la azione di sedersi", sidiĝe = "riguardo alla azione di sedersi", edziĝo = "la azione di sposarsi", edziĝa = "riguardante la azione di sposarsi".

A volte una parola in IĜ con finale O può anche indicare il risultato di una azione di transizione: Unuiĝo Franca por Esperanto (nome di una associazione). Dio nomis la sekaĵon Tero, kaj la kolektiĝojn de la akvo Li nomis Maroj.

IĜ usa anche come radice ordinaria: iĝi = diventare, farsi.

IL

IL = "strumento, apparato, mezzo"

  • segisegilo = attrezzo per segare
  • fosifosilo = attrezzo per scavare
  • kudrikudrilo = attrezzino appuntito per cucire
  • tonditondilo = strumento per tosare, forbici
  • ŝlosiŝlosilo = strumento che si gira dentro una seratura per aprirla o chiuderla
  • manĝimanĝilo = attrezzo per mangiare (piatto, cucchiaio, coltello, forchetta, bastoncino, bichhiere e simili)
  • sonorisonorilo = strumento che suona (chi usa uno strumento musicale non 'sonoras' ma 'sonorigas')
  • presipresilo = macchina per stampare libri, giornali ecc.
  • komputikomputilo = apparato elettronico per lavorare su informazioni ed eseguire calcoli molto rapidamente
  • aboniabonilo = foglio di carta che permette di abbonarsi a qualcosa
  • aliĝialiĝilo = foglio di carta che permette di iscriversi a qualcosa (es. un congresso)
  • kuracikuracilo = qualunque cosa che serve per curare (es. una nedicina)
  • ilo = strumento, attrezzo; ilaro = taccolta di attrezzi da lavoro

La radice IL ha un significato molto generale. Per esprimersi più precisamente si possono fare composti con altre radici, per esempio presmaŝino, transportaparato, vendaŭtomato. Ma spesso è sufficiente la forma semplice in IL.

In alcune poche parole in IL l'elemento che agisce è sottinteso. Ciò che precede IL nonindica in sé l'azione, ma ad es. il risultato di una azione: fajrofajrilo = strumento per fare il fuoco (non "strumento per essere fuoco")

IN

IN = "il sesso capace di generare". Il suffisso IN si può usare soltanto per ciò che può avere un sesso, cioè persona o animale. IN aggiunge il significato di sesso femminile (ed eventualmente rimuove il significato maschile)

Di solito si aggiunge IN a una parola che ha significato maschile. Allora la parola assume invece significato femminile:

  • patropatrino = persona di sesso femminile che ha partorito un bambino
  • virovirino = donna adulta
  • knaboknabino = giovane donna
  • avoavino = madre del padre o della madre
  • reĝoreĝino = donna che governa come re, o moglie di un re

Si può anche aggiungere IN ad una parola, sessualmente neutra, ma ciò accade molto meno spesso. In questi casi una parola sessualmente neutra acquista significato di sesso femminile:

  • homohomino = persona femmina
  • aŭtoroaŭtorino = autrice
  • pasaĝeropasaĝerino = passeggero femmina
  • bestobestino = animale femmina
  • mortintomortintino = donna morta

Con una parola neutra si può indicare il sesso maschile attraverso la radice VIR usata come prefisso o aggettivo.

Esistono alcune parole con significato in sé femminile: damo (dama), nimfo (ninfa), matrono (matrona), putino (prostituta) (non è parola composta!) ed altre, a tali parole non si deve aggiungere il suffisso IN.

IN si usa anche come radice ordinaria: ino = persona o animale femmina; investaĵo = veste da donna.

IND

IN = "merita o conviene di farlo". Si può usare IND solo con verbi transitivi:

  • amiaminda = tale da meritare di essere amato
  • vidividinda = così bello o buono, che merita di vederlo
  • mirimirinda = così straordinario, che produce meraviglia
  • bedaŭribedaŭrinde = così (male) che provoca dispiacere
  • inda = meritevole, di valore

ING

ING = "contenitore o guaina in cui si mette (parzialmente) qualcosa". Ciò che precede ING normalmente è ciò che in parte si inserisce nella guaina:

  • glavoglavingo = oggetto a forma di tubo in cui si mette la lama della spada
  • cigarocigaringo = tubetto in cui si tiene un sigaro per fumarlo
  • ŝraŭboŝraŭbingo = foro (anello filettato) in cui si inserisce una vite
  • ovoovingo = vasetto in cui si mette un uovo per mangiarlo.
  • ingo = strumento per tenere (specialmente una spada), che in parte copre ciò che esso tiene; eningigi = immettere in tale attrezzo

ISM

ISM = "dottrina, movimento, sistema, modo di agire" e sim. A volte ISM indica anche un singolo esempio di un qualche particolare modo di agire. Il significato di ISM è molto variabile, e dipende molto da ciò che lo precede.

  • StalinoStalinismo = le idee politiche di Stalin
  • KristanoKristanismo = la religione dei cristiani, o di Cristi
  • koloniokoloniismo = sfruttamento delle colonie da parte di uno stato forte
  • kapitalokapitalismo = sistema economico basato sul possesso dei capitali privati
  • alkoholoalkoholismo = dipendenza patologica dall'alcol
  • diletantodiletantismo = modo di agire amatoriale e approssimativo
  • patriotopatriotismo = amore e devozione alla propria patria
  • la Angla lingvoAnglismo = elemento caratteristico della lingua inglese

IST

IST = "persona, che si occupa spesso, o per professione, di qualcosa". Ciò che sta prima di IST e sempre ciò di cui la persona si occupa

Un frequente malinteso vuole che IST equivalga a "professionista" ma il suo vero significato è più ampio:

  • verkiverkisto = persona che spesso scrive opere letterarie
  • kuracikuracisto = persona che cura per professione
  • artoartisto = persona che pratica un'arte
  • biciklobiciklisto = persona che usa spesso la bicicletta
  • ŝteliŝtelisto = persona che spesso ruba
  • EsperantoEsperantisto = persona che conosce e usa l'esperanto

Se occorre si possono fare parole più precise. Invece della generale fiŝisto si può parlare di fiŝkaptisto, che pesca (= prende pesce), di fiŝbredisto, che nutre i pesci, e di fiŝvendisto, che vende pesce.

Per una parola in IST spesso c'è una corrispondente parola in ISM. Le relazioni fra le due forme può essere molto variabile: alkoholisto = persona che dipende dall'alcol, malata di alcolismo; alkoholismo = dipendenza patologica dall'alcol; kapitalisto = persona chepossiede molti capitali; kapitalismo = sistema economico basato sulla proprietà privata.

Spesso IST significa "sostenitore dell'-ismo corrispondente". Allora IST = ISM-AN: oportunisto = oportunismano, uno che segue l'opportunismo; komunisto = komunismano, sostenitore del comunismo. Ma non sempre IST è uguale a ISM-AN. Per es. kapitalisto non è uguale a kapitalismano.

Nota: AN e IST sono in alcuni casi molto vicini. Allora si può scegliere a piacere. Di solito si usa quello che produce la forma più internazionale. Per es. si parla normalmente di Kristo, Kristano e Kristanismo. Le forme Krististo kaj Kristismo non appaiono mai. Sarebbero ugualmente logiche, ma meno internazionali. Confrontare con Budho, Budhisto e Budhismo, in cui si preferisce l'opposto, sempre per internazionalità. A fianco di Budhisto però si usa anche Budhano, altrettanto logico, ma non si parla di Budhanismo. (Alcuni usano invece Budao, Budaisto e Budaismo.)

Non dire assolutamente kirurgisto, astronomisto, ekologisto ecc. Ma in molti casi si può attraverso il suffisso IST creare una parola parallela per tale persona, se esiste una parola particolare per ciò di cui lui si occupa:

  • kirurgiokirurgiisto = chirurgo
  • diplomatiodiplomatiisto = diplomatico
  • gimnastikogimnastikisto = ginnasta

NJ

Con NJ si fanno vezzeggiativi per i nomi di donne. Prima di NJ si usa una forma abbreviata del nome. Spesso si conservano circa da 1 a 5 lettere:

  • MarioManjoMarinjo - Mario → Manjo aŭ Marinjo
  • KlaroKlanjo - Klaro → Klanjo
  • SofioSonjoSofinjo - Sofio → Sonjo o Sofinjo
  • PatrinoPanjo - Patrino [Madre] → Panjo [Mamma]
  • OnklinoOnjo - Onklino (zia) → Onjo
  • FratinoFranjo - Fratino (sorella) → Franjo

Usando NJ normalmente si toglie un eventuale suffisso IN. A volte però si può mantenere la voclae di IM, se questo serve a creare una forma dal suono migliore: kuzinoKuzinjo, knabinoKnabinjo. Sip uò persino usare un suffisso IN superfluo, se questo serve a dare un suono migliore: KlaroKlarinoKlarinjo.

OBL

OBL = "moltiplicazione". OBL si può usare solo con parole di numerazione o di senso simile. Ciò che precede OBL indica sempre per quanto si moltiplica:

  • duduobla = moltiplicato per due
  • duduoble = con moltiplicazione per due
  • duduoblo = quantità doppia
  • dekdekobla = moltiplicato per 10
  • dekdekoble = essendo moltiplicato per 10
  • dekdekoblo = una quantità dieci volte più grande
  • cent dek ducent-dek-du-obla = moltiplicato per 112
  • cent dek ducent-dek-du-oble = essendo moltiplicato per 112
  • cent dek ducent-dek-du-oblo = quantità grande un centododicesimo

Una parola in OBL con finale A può anche significare che qualcosa consiste di così tante parti:

  • duobla vesto = veste che consiste di due strati
  • duobla fadeno = due fili ravvicinatim usati come se fossero uno solo

Davanti a OBL si scrive sempre il numero. Per chiarezza si possono usare trattini divisori. Di solito i trattini si mettono dove ci sono spaziature nel numero originale: dek dudekduoblo o dek-duoblo; dudekdudekoblo; du mil dudekdumildudekoble o meglio du-mil-dudekoble. Le stesse regole di scrittura valgono per i suffissi ON e OP.

ON

ON = "divisione". ON si può usare solo con parole di numerazione o di significato simile. Ciò che precede ON indica sempre per quanto si divide:

  • duduono = una di due parti uguali di un tutto, una metà
  • duduona = grande come metà, che è metà (di qualcosa)
  • duduone = essendo grande come metà, essendo metà (di qualcosa)
  • dekdekono = una di dieci parti uguali di qualcosa, un decimo
  • dekdekona = grande come un decimo, opp. che è un decimo (di qualcosa)
  • così grandemente come un decimo, essendo grande come un decimo

PER parole in ON si usano le stesse regole di scrittura come per OBL.

A volte si confonde ON conla radice PART. Per es. non sipuò dire landono per landparto = "parte di un paese". ON non indica una parte di ciò che lo precede, ma parte di qualcos'altro. Triono non è parte di tri, ma una di tre parti uguali di qualcosa.

OP

OP = "gruppo con un certo numero di membri". OP si può usare solo con parole di numerazione o di senso simile. Ciò che precede OP indica sempre quanti membri sono nel gruppo:

  • unuunuopo = un'unica cosa o persona
  • unuunuopa = solo, considerato come speciale o unico
  • unuunuope = da solo, unoper volta, ciascuno per sé
  • duduopo = un gruppo di due, un paio
  • duduopa = composto di due membri
  • duduope = in un gruppo con due membri, in gruppi di due
  • dekdekopo = un gruppo di dieci
  • dekdekopa = consistente di dieci membri
  • dekdekope = in gruppo con dieci membri, in gruppi di dieci

Per le parole in OP si usano le stesse regole di scrittura come per OBL.

Prima della finale -O si può tralasciare il suffisso OP perchè la semplice forma in O ha già, con radici che indicano conteggio, il significato di unicità:

  • duo = un paio, o il numero due
  • trio = un terzetto o il numero tre
  • deko = una diecina o il numero dieci

UJ

UJ = "qualcosa che è destinato a contenere qualcosa di certo". UJ ha praticamente tre significati diversi: "contenitore", "albero da frutto" e "paese". Ciò che precede UJ indica sempre che cosa è, o dove succede, la cosa in questione.

UJ può indicare unparticolare contenitore, un vaso, una scatola ecc. che serve per contenere qualcosa, o in cui si fa una certa azione:

  • salosalujo = vasetto in cui si tiene il sale per usarlo a tavola
  • cigarocigarujo = scatoletta per i sigari
  • abeloabelujo = alveare artificiale per api (l'alveare naturale puo`essere chiamato abelejo, ma tale parola significa anche "luogo dove l'allevatore tiene gli alveari")
  • monomonujo = sacchetto, o altra specie di contenitore, per portare denaro
  • banibanujo = vasca o simili in cui si fa il bagno
  • trinkitrinkujo = grande e lungo contenitore da cui bevono le bestie (trogo)

Per laprecisione si possono fare composti con altre rafici, per es.: teskatolo, tekruĉo, tetaso, cigarskatolo, cigaredpaketo, konservoskatolo.

Notare che tutto quel che sta davanti a UJ, indica sempre il contenuto, mentre ciò che sta davanti a SKATOL, VAZ ecc.può indicare sia contenuto, sia materiale, sia qualcos'altro, ad es. ladskatolo = "scatola di latta", lignositelo = "secchio di legno". Ma ladujo è solo "contenitore per latta", e lignujo è necessariamente "contenitore per legno".

Col nome di un frutto, bacca o fiore UJ può indicare una pianta, normalmente un albero o un arbusto, che produce quel frutto, bacca o fiore:

  • pomopomujo = albero di mele, melo
  • vinberovinberujo = arbusto di vite
  • rozorozujo = la pianta della rosa

Si può anche dire pomarbo, vinberarbusto ecc.

Col nome di una persona di un popolo, UJ significa sempre "il paese di quel popolo":

  • FrancoFrancujo = il paese dei francesi
  • ĈinoĈinujo = ilpaese dei cinesi
  • SomaloSomalujo = il paese dei somali

A volte si fa una parola UJ per unpaese o una regione da una parola di altra specie:

  • terra paterna, patria, paese d'origine
  • EsperantoEsperantujo = Esperantolando, l'immaginario paese degli esperantisti, il mondo esperantista ecc.

Nei nomi di stati si usa, come alternative a UJ, anche la radice LAND come suffisso, e il suffisso non ufficiale I. Peraltro la maggior parte dei paesi hanno un nome non composto, ad es. Usono, Birmo, Liĥtenŝtejno, Islando (che non è fatta con la radice LAND) e altri. In tali casiper fare il nome degli abitanti si usa il suffisso AN : Usonano, Birmano ecc.

UJ si usa anche come radice ordinaria: ujo = vaso, scatola, contenitore; enujigi = metere in un contenitore, e sim. In tali casi UJ non significa mai paese o albero.

UL

UL = "persona con una qualche caratteristica". Ciò cheprecede UL indica ciò che caratterizza la persona.

  • junajunulo = persona caratterizzata dalla giovinezza
  • dikadikulo = persona particolarmente grassa
  • fremdafremdulo = persona di un paese (regione, città) straniero
  • sanktasanktulo = persona particolarmente santa
  • blankablankulo = persona della cosiddetta razza bianca
  • timitimulo = persona che ha spesso paura, fifone
  • ĝiboĝibulo = persona con una caratteristica gobba
  • milionomilionulo = persona che possiede milioni di dollari, euro, jen ecc...
  • sen kuraĝosenkuraĝulo = persona a cui manca coraggio
  • antaŭantaŭulo = persona che è esistita o ha agito in precedenza
  • aliaaliulo = altra persona

Si usa anche regolarmente UL per alcuni nomi di specie animali, sebbene non si tratti di persone:

  • mamomamuloj = classe di animali che nutrono i piccoli con le mammelle
  • brankobrankuloj = animali che respirano attraverso le branchie

Talvolta si usa UL in modo figurato per le cose più disparate, anche non viventi, che si vogliono far apparire come persone:

  • palazzo altissimo che quasi gratta le nubi
  • tri mastojtrimastulo = nave a tre alberi

Con parole che già di per sé indicano una persona, non usare inutilmente UL. In particolare fare attenzione ai participi con finale O. Tale participio indica sempre una persona, e aggiungere UL sarebbe un errore. Non dire parolantulo, kurintulo, konatulo, ma semplicemente parolanto, kurinto, konato. Ma se si aggiunge UL a un participio con finale O o ad altra parola indicante persona, allora si crea una parola con significato particolare. Virulo non è uguale a viro, ma significa "persona caratterizzata da maschilità" = vireculo. Konatulo sarebbe "persona caratterizzata dall'essere conosciuta" = famulo, mentre konato è semplicemente "persona conosciuta da qualcuno".

Si usa UL anche ocme radice ordinaria: ulo = persona senza caratteristiche particolari.

UM

Il suffisso UM non ha un significato definito. Con esso si fanno parole che hanno una qualche relazione con ciò che precede UM. Ogni parola in UM va imparata a parte. Però esistono alcuni gruppi di parole in UM con significati simili.

Molti verbi in UM significano "agire in una certa maniera attraverso ciò che sta prima di UM":

  • palpebropalpebrumi = girare le pagine di un libro o giornale per leggere qualcosa rapidamente e senza soffermarsi
  • palpebropalpebrumi = chiudere e aprire rapidamente le palpebre
  • brakobrakumi = abbracciare

Alcuni verbi in UM significano "provvedere in una certa maniera atraverso ciò che sta prima di UM"

  • aeroaerumi =mettere fuori all'aria, far entrare aria per rinfrescare
  • sukerosukerumi = coprire con zucchero

Un gruppo di verbi in UM indicano una maniera di giustiziare, uccidere:

  • krucokrucumi = inchiodare o legare a una croce per uccidere
  • pendipendumi = appendere con una corda al collo per uccidere

A;cune parole in UM sono nomi di parti di vestiario o simili. Ciò che precede UM indica la parte del corpo dove si trova l'oggetto:

  • kolokolumo = parte del vestito che circonda il collo
  • nazonazumo = tipo di occhialiche si fissano con una pinza sul naso

Siusa UM in matematica per formare i nomi di un sistema di numeri. Si metta UM dopo un numero che indica quante cifre usa il sistema:

  • duduuma nombrosistemo = sistema con due cifre, sistema binario
  • dekdekuma nombrosistemo = sistema con dieci cifre, sistema decimale

Alcune altre parole in UM:

  • malvarmamalvarmumi = ammalarsi per tosse, catarro nasale e sim. (presumibilmente per il freddo)
  • plenaplenumi = fare pienamente (un compito, un dovere e simili)
  • sentire il gusto, assaggiare
  • lotolotumi = distribuire o premiare decidendo per estrazione
  • komunakomunumo = distretto amministrativo comprendente una città, società o organismo collaborativo, condominio ecc.
  • dekstradekstruma = tale da girare o avvolgersi verso destra (nel senso dell'orologio)
  • proksimaproksimume = non esattamente, circa
  • umo = cosa di cui al momento non si ricorda il nome, cosa strana o non descrivibile

Se si vuole creare una nuova parola in UM, si faccia molta attenzione, perchè forse altri non la capiranno. Una parola in UM appartiene a qualcuno dei gruppi sopra indicati si può accettare pù facilmente, mentre una parola in UM che non somiglia a una parola in UM già esistente è più diffivile da introdurr. Però spesso si crea una parola in UM in una certa occasione, che è comprensibile nel contesto, e che poi sparisce.

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