In esperanto esistono 45 particelle che sono dette parole tabellari (o correlativi), perchè possono essere organizzate in una tabella secondo forme e significati simili.
Si può dire che ogni parola tabellare consiste di una parte iniziale e una finale, ma non si devono considerare le parole tabellari come parole composte. Le due parti di una parola tabellare sono un sistema a parte, chiuso, e normalmente esse non vanno mescolate con gli ordinari elementi delle parole della lingua.
Parti iniziali
- KI-
- parola interrogativa, di relazione, esclamativa
- TI-
- parola di indicazione
- I-
- parola non definita
- ĈI-
- parola onnicomprensiva
- NENI-
- parola negativa
Seconde parti:
- -U
- individuo, oggetto individuale, cosa individuale
- -O
- cosa
- -A
- qualità, specie
- -ES
- possessore (oggetto o soggetto, secondo il senso della frase)
- -E
- luogo
- -AM
- tempo, volta (occasione, condizione)
- -AL
- causa
- -EL
- maniera, grado
- -OM
- quantità (grado enfatizzato)
Alcune seconde parti delle parole tabellari somigliano a finali ordinarie, ma hanno significato diverso:
- La normale finale sostantiva in O e la parte finale in -O delle parole tabellari hanno quasi lo stesso significato, ma le parole tabellari in -O normalmente non accettano la finale plurale J.
- L'ordinaria finale U è una finale verbale per il volitivo/imperativo, mentre la parola tabellare in -U indica individui (o oggetti individuali) — cose del tutto diverse.
- La ordinaria finale aggettivale A è una finale descrittiva generale. Essa spesso mostra caratteristiche e qualità, ma può anche indicare appartenenza, relazione, individualità ecc. La parte -A tabellare indica solo qualità e specie.
- La ordinaria finale avverbiale E può indicare maniera, tempo, luogo, misura, occasione e altri significati ancora. La parte -E tabellare indica sempre solo luogo.
Parole in KI-
Le parole tabellari in KI- sono usate principalmente come parole interrogative e come parole di relazione, ma anche come parole esclamative:
-
Kio estas tio? - Cos'è questo?
Kio interrogativo.
-
Kiu kuraĝas rajdi sur leono? - Chi ha il coraggio di cavalcare un leone?
Kiu interrogativo.
-
Kiel vi fartas? - Come stai?
Kiel interrogativo.
-
Fremdulo, diru, kiu kaj el kie vi estas. - Straniero, dì chi sei e da dove vieni.
Kiu e kie interrogativi.
-
La fera bastono, kiu kuŝis en la forno, estas nun brule varmega. - Il bastone di ferro che giaceva nel fuoco ora è incandescente.
Kiu di relazione.
-
Kiam mi venis al li, li dormis. - Quando venni da lui, lui dormiva.
Kiam di relazione.
-
Li estas tiu, kies monon vi prenis. - Lui è quello di cui hai preso il denaro.
Kies di relazione.
-
Kia granda brulo! - Che grande incendio!
Kia esclamativo.
-
Fi, kiel abomene! - Schifo, che ribrezzo!
Kiel esclamativo.
-
Kion mi vidas! - Cosa vedo!
Kio esclamativo (e interrogativo).
La particella ajn
La particella avverbiale ajn indica con enfasi qualcosa di non definito o di indifferente. Si usa ajn specialmente insieme a parole KI- collegate, ma anche con parole I- e parole ĈI-, talvolta con parole NENI-. Ajn sta sempre dopo la parola tabellare collegata:
-
Mi kondukos vin al ŝi, kie ajn ŝi estos trovebla! - Ti condurrò da lei, dovunque si trovi!
Non importa dove la si può trovare.
-
Kiu ajn ŝi estos, mi deziras al ŝi feliĉon! - Dovunque ella sia, le auguro felicità!
Non importa chi è lei.
- Mi donis solenan promeson, ke mi silentos, ĝis mi revenos, kiam ajn tio ĉi fariĝos. - Io feci una promessa solenne, che tacerò fino a quando ritornerò, non importa quando sarà.
-
Ĉiam ajn vi estas bonvena ĉe mi. - Da me sei sempre e comunque il benvenuto.
Vieni quando vuoi.
-
Kial ŝi forlasis tiun lokon, en kiu ŝi havis ian ajn eblon, por ion ajn laborenspezi? - Perchè lei ha abbandonato quel posto, in cui aveva ogni genere di possibilità per guadagnare con un lavoro di qualsiasi genere?
Senza quel posto manca completamente la possibilità.
-
Nenion ajn mi diros. - Non dirò nulla di nulla.
Assolutamente nulla.
Davanti ad ajn Zamenhof, per influenza delle lingue nazionali, talvolta usò una parola KI-, quando sarebbe stato più logico usare una parola ĈI- o I-. Se non si tratta di apertura di una frase subordinata, una parola ĈI- o I- è preferibile. Mi konsentas akcepti kian ajn pagon. (qualunque tipo di pagamento) Meglio dire: ...ĉian ajn pagon o ...ian ajn pagon.
Parole in TI-
Le parole tabellari in TI sono parole che indicano. Il più delle volte indicano qualcosa di già detto prima o che sarà detto in seguito. Possono anche indicare qualcosa che si vede o si sente, o simili.
-
Mi volas, ke tio, kion mi diris, estu vera. - Voglio che quel che ho detto sia vero.
Tio indica una cosa già detta prima.
-
Tio estas mia hejmo. - Questa è la mia casa.
Tio indica qualcosa che si vede (e magari si indica col dito).
-
Li estas tiel dika, ke li ne povas trairi tra nia mallarĝa pordo. - Egli è così grasso che non può passare per la nostra stretta porta.
Tiel indica la successiva frase con ke.
-
Kio estas, kio vin tiel afliktas? - Cos'è che ti affligge così?
Tiel indica una cosa vista o udita.
-
Ŝi estis en tiu momento tre bela. - Ella era molto bella in quel momento.
Tiu indica un momento già menzionato in precedenza.
-
Tiu ĉi malfreŝa pano estas malmola, kiel ŝtono. - Questo pane raffermo è duro come un sasso.
Tiu indica un oggetto presente (il pane raffermo).
La particella ĉi
Alle parole tabellari in TI- si può aggiungere la particella ĉi, che indica vicinanza a chi parla. Ĉi può stare sia prima, sia dopo la parola tabellare. Ĉi non può avere finali. La semplice parola TI- indica sempre qualcosa di non molto vicino a chi parla. La parola TI- + ĉi indica qualcosa di vicino a chi parla:
- tie = in quel luogo → tie ĉi, ĉi tie = in questo luogo vicino a me
- tiu domo (lontano da me) → tiu ĉi domo, ĉi tiu domo (vicino a me)
- tio = quella cosa (lontana da me) → tio ĉi, ĉi tio = questa cosa
- tiel = in quella maniera → tiel ĉi, ĉi tiel = in questo modo (che faccio vedere)
Ĉi tiam o tiam ĉi praticamente non si usano. Si usa invece nun.
Ĉi è una parola a sé. Non usate la lineetta. Non scrivete: ĉi-tiu, tiu-ĉi, ĉi-tie, tie-ĉi, ĉio-ĉi ecc. Scrivete: ĉi tiu, tiu ĉi, ĉi tie, tie ĉi, ĉio ĉi ecc.
Ma spesso si forma un aggettivo o un avverbio da una parte di frase che contiene la particella ĉi. Allora tutta l'espressione diventa una sola parola. Normalmente la parola TI- sparisce. Per chiarezza allora si usa mettere una lineetta dopo ĉi: ĉi tie → ĉi-tiea, en tiu ĉi nokto → ĉi-nokte, sur ĉi tiu flanko → ĉi-flanke, la somero de tiu ĉi jaro → la ĉi-jara somero.
Parole in I-
Le parole tabellari in I- indicano cose non precisate o non conosciute:
-
Ŝi ricevis ion por manĝi kaj por trinki. - Ella ricevette qualcosa da mangiare e bere.
Non si dice che cosa lei abbia ricevuto.
-
Venis iuj personoj, kiujn mi ne konas. - Vennero alcune persone che non conosco.
Non si sa chi erano le persone..
-
Ili iam revenos. - Essi prima o poi ritorneranno.
Il momento preciso nel tempo non è noto.
-
Hodiaŭ estas ies tago de naskiĝo. - Oggi è il compleanno di qualcuno.
Non si dice di chi è il compleanno.
Parole in Ĉi-
Le parole tabellari in ĈI hanno significato di totalità:
-
Li faris ĉion per la dek fingroj de siaj manoj. - Ha fatto tutto con le dieci dita delle sue mani.
Ĉio esprime tutto l'insieme delle cose che lui ha fatto.
-
Ĉiu homo amas sin mem. - Ognuno ama se stesso.
Non c'è una persona per cui questo non valga.
-
Tiuj ĉi du amikoj promenas ĉiam duope. - Questi due amici passeggiano sempre in coppia.
Ĉiam indica che non c'è una volta in cui essi non vadano in due.
-
Ĉie regis ĝojo. - Dappertutto regnava la gioia.
Non c'era un posto in cui non regnasse la gioia.
A volte si usa la particella ĉi prima o dopo una parola tabellare in ĈI: ĉio = tutte le cose → ĉio ĉi, ĉi ĉio = tutte queste cose qui, tutto questo qui.
Parole in NENI-
Le parole tabellari in NENI- hanno significato negativo:
-
La tempon venontan neniu ankoraŭ konas. - Il tempo che verrà nessuno ancora lo conosce.
Neniu (nessuno) esprime che non esiste una persona che conosca il tempo che verrà.
-
Mi neniel povas kompreni, kion vi parolas. - Non posso in nessun modo capire cosa dici.
Neniel indica che non c'è alcuna maniera in cui io possa comprenderti.
-
Kiam mi ien veturas, mi neniam prenas kun mi multon da pakaĵo. - Quando mi reco in qualche posto, non porto mai con me molto bagaglio.
Neniam (mai) esprime che non esiste un caso, in cui io possa prendere molto bagaglio con me per un viaggio.
1}Una parola NENI- è sufficiente per negare tutta la frase .
Parole tabellari in U
- kiu
- Domanda riguardo alla identità di uno fra più persone, cose o oggetti.
- tiu
- Indica una ben definita fra più persone, cose o oggetti conosciuti.
- iu
- Indica una persona, cosa o oggetto individuale non nota o non definibile.
- ĉiu
- Indica uno per uno e senza eccezioni gli individui di un gruppo di persone, cose o oggetti.
- neniu
- Nega gli individui di un gruppo di persone, cose o oggetti.
Le parole in -U mostrano individualità e identità. Esse sono le più fondamentali delle parole tabellari.
Le parole tabellari in U possono avere finale N e finale J. Con finale J esse indicano più persone, cose o oggetti.
Le parole tabellari in U sono qualificativi. Perciò con essi non si può usare la.
Le parole tabellari in U normalmente sono un epiteto (un qualificativo) di un sostantivo, ma spesso il sostantivo è sottinteso. Se nulla nel contesto indica diversamente, si suppone che sia sottintesa la parola "persona/e":
- Kiu libro estas via? → Kiu estas via? - Quale libro è tuo?→ Quale è tuo?
- Tiu seĝo ŝajnas bona. → Tiu ŝajnas bona. - Quella sedia sembra buona.→ Quella sembra buona.
- Ĉiu homo devas pensi mem. → Ĉiu devas pensi mem. - Ciascuna persona deve pensare da sé.→Ciascuno deve pensare da sé.
- Kiu persono venis? → Kiu venis? - Quale persona è venuta? →Chi è venuto?
- Ĉu estas iu [persono] en la kuirejo? — Jes, Paŭlo estas tie. - C'è qualcuno nella cucina? --Sì, Paolo è là.
- Jen kelkaj bonaj libroj. Kiun [libron] vi volas legi? — Mi volas tiun [libron]. - Ecco alcuni buoni libri. Quale [libro] vuoi leggere? --- Voglio quello [libro].
- Ĉu vi havas krajonon? — Neniun [krajonon] mi havas. - Hai una matita? --- Non [ne] ho nessuna [matita].
Ĉiu(j) è sempre plurale come senso, ma tuttavia si distingue fra la forma singolare ĉiu e la plurale ĉiuj.
- Si usa ĉiu se si considerano gli individui separatamente.
- Si usa ĉiuj se si pensa a tutto il gruppo insieme.
A volte questa distinzione non è importante, ma a volte la differenza è grande:
- Por ĉiu tago mi ricevas kvin eŭrojn. = Por ĉiu aparta tago... - Per ogni giorno io ricevo cinque euro.=Per ogni singolo giorno...
- Ĉiu amas ordinare personon, kiu estas simila al li. = Ĉiu aparta homo amas... - Ciascuno di solito ama una persona che gli somiglia.=Ogni singola persona ama ...
-
Kvinope ili sin ĵetis sur min, sed mi venkis ĉiujn kvin atakantojn. = ...mi venkis la tutan grupon. - In cinque si gettarono su di me, ma io vinsi tutti e cinque gli assalitori.=...vinsi tutto il gruppo.
Qui J è necessario, perchè si parla del numero cinque. Ma si potrebbe dire in alternativa ...mi venkis ĉiun el la kvin atakantoj. (vinsi ciascuno dei cinque assalitori) Ma in tal caso non si parla di una battaglia contro l'intero gruppo, ma di cinque battaglie più o meno separate.
-
Post la kurado ĉiuj estis terure lacaj. - Dopo la corsa tutti erano terribilmente stanchi.
Si parla dell'intero gruppo di corridori. Si può anche dire: ...ĉiu estis terure laca. (ciascuno era terribilmente stanco).
- El ĉiuj miaj infanoj Ernesto estas la plej juna. = El la tuta grupo de miaj infanoj... - Di tutti i miei bambini Ernesto è il più giovane.=Di tutto il gruppo dei miei bambini...
-
Nun mi legas, vi legas kaj li legas; ni ĉiuj legas. - Ora io leggo, tu leggi e lui legge: tutti noi leggiamo.
Ni è una parola plurale. Perciò ĉiuj deve necessariamente avere la J.
Neniu da solo di solito non ha finale J:
- La tempon venontan neniu ankoraŭ konas. Neniu = neniu persono. - Il tempo che verrà nessuno ancora lo conosce. Nessuno=nessuna persona.
- Mi konas neniun en tiu ĉi urbo. - Non conosco nessuno in questa città.
Anche davanti a un sostantivo normalmente si usa neniu senza finale J:
- Ŝi ne vidis eĉ la ĉielon, ĉar ĝi estis kovrita de nuboj kaj neniu stelo en ĝi brilis. - Ella non vide nemmeno il cielo, perchè era coperto di nubi e non vi brillava nessuna stella.
Tuttavia si può usare neniuj se si vuole in qualche modo indicare contrasto con la idea di "più di uno", ma lo si fa in genere solo davanti a un sostantivo:
-
Ĉe la fenestro restis plu neniuj floroj. - Alla finestra non restava più alcun fiore.
Prima lì c'erano molti fiori.
Parole tabellari in -O
- kio
- "quale cosa, quale tipo di cosa"
- tio
- "quella cosa"
- io
- "una cosa, un qualche genere di cosa"
- ĉio
- "ciascun oggetto, ogni genere di oggetto"
- nenio
- "nessuna cosa, nessun oggetto"
Le parole tabellari in -O indicano una cosa che non si può nominare con precisione con un sostantivo. Qui la parola generale "cosa" è usata come chiarimento, ma il significato è persino più generale. Le parole tabellari in -O sono usate anche per rappresentare qualcosa che si è espresso con una intera frase.
Le parole tabellari in -O possono avere finale in N ma normalmente non hanno finale J perchè esprimono una totalità generale.
Gli epiteti delle parole tabellari in O stanno sempre dopo la parola tabellare: io bona (qualcosa di buono), kion novan (che cosa di nuovo), ĉio grava (tutto ciò che è importante) ecc.
Le parole tabellari in -O sono parti della frase a sé stanti. Esse non possono descrivere un sostantivo. Esse rispondono a una parola -U più una cosa:
- Kio estas tio? = Kiu afero estas tiu afero? - Cos'è quello? = Quale cosa è quello?
- Tio estas speco de meblo. = Tiu afero estas speco de meblo. - Quello è una specie di mobile.=Quella cosa è una specie di mobile.
- Ĉio restis kiel antaŭe. = Ĉiu afero restis kiel antaŭe. - Tutto restò come prima.=Tutte le cose restarono come prima.
- Kion bonan vi trovis tie? = Kiujn bonajn aferojn vi trovis tie? - Cosa hai trovato di buono là?=Quali buone cose hai trovato là?
- Nenion interesan mi trovis. = Neniun interesan aferon mi trovis. - Non ho trovato nulla di interessante.=Non ho trovato nessuna cosa interessante.
A volte si può restare incerti fra tio e ĝi. Di solito si usa tio per qualcosa di indefinito, che non si può o non si vuole nominare con un sostantivo preciso. Si deve usare senz'altro tio per indicare qualcosa che è espresso con una frase intera. Si usa ĝi per qualcosa di definito che già in precedenza è stato espresso con un sostantivo, e che si potrebbe ripetere con lo stesso sostantivo con la o altro qualificativo:
-
Ŝi rakontis belan fabelon. Tio estis tre amuza. - Ella raccontò una bella favola. Ciò fu molto divertente.
Fu divertente quello, che lei raccontasse una favola. Tio rappresenta tutta la frase che precede.
-
Ŝi rakontis belan fabelon. Ĝi estis tre amuza. - Ella raccontò una bella favola. Fu molto divertente.
La favola è stata divertente. Ĝi rappresenta la parte di frase la (bela) fabelo.
Parole tabellari in -A
- kia
- "di quale specie, avente quale qualità"
- tia
- "di quella specie, avente tale qualità"
- ia
- "di qualche specie, avente qualche qualità"
- ĉia
- "di tutte le specie, avente tutte le qualità"
- nenia
- "di nessuna specie, che non ha alcuna qualità"
Le parole tabellari in -A hanno ruolo aggettivale. Esse possono avere finali J e finali N secondo le stesse regole degli aggettivi. Ma le parole tabellari in -A mostrano sempre qualità e specie, mentre i veri aggettivi (con vera finale A) può avere significati molto più vari.
Le parole tabellari in -A sono qualificativi. Perciò non si può usare la con esse.
- Kia li estas? Ĉu li estas maljuna aŭ juna? - Come è lui? È vecchio o giovane?
- Kian aĝon vi havas? - Che età hai?
-
Kia estas via nomo? - Qual'è il tuo nome?
O: Kiu [el ĉiuj nomoj] estas via nomo? O più spesso: Kio estas via nomo? Zamenhof usava anche: Kiel estas via nomo? Tuttavia si dice più spesso: Kiel vi nomiĝas?
- Be! li staris senhelpe, tian respondon li ne atendis. - Be! rimase in piedi smarrito, non si aspettava una risposta del genere.
- Estis tia ventego, ke la tegoloj deflugis de la tegmentoj. - C'era una tale bufera che le tegole volarono via dai tetti.
-
Restu ĉiam tia, kia vi estas! - Resta tale, quale sei!
Tia (di quel genere) introduce la successiva frase in kia-. Se dopo tia non segue una intera frase (con predicato), ma solo una parte della frase, allora non si usa kia, ma un kiel comparativo: Li estas tia kiel mi (lui è del mio stesso genere).
- Mi ne volis trinki la vinon, ĉar ĝi enhavis en si ian suspektan malklaraĵon. - Non volli bere il vino perchè conteneva qualcosa di non chiaro e sospetto.
- Maldiligenteco estas la radiko de ĉia malbono. - La negligenza è la radice di tutti i mali.
- Nenia konstruo povas esti sen bruo. - Nessun genere di costruzione può essere senza rumore.
Le parole tabellari in -A indicano qualità o specie, mentre quelle in -U indicano identità. Nelle forme kia/kiu e tia/tiu normalmente la differenza è chiara. Con ia/iu, ĉia/ĉiu e nenia/neniu a volte c'è solo una piccola differenza.
-
Kia homo li estas? - Che genere di persona è?
Si vuole una descrizione della persona.
-
Kiu homo li estas? - Che persona è?
Si vuole per esempio il nome di una persona per conoscere la sua identità.
-
Tia opinio estas tute erara. - Una opinione del genere è del tutto errata.
Tutte le opinioni di quel genere sono erronee.
-
Tiu opinio estas tute erara. - Quella opinione è del tutto erronea.
La opinione che si sta discutendo è errata. Altre opinioni simili forse sono giuste.
- Ni devas enloĝiĝi en ia hotelo. = ...en hotelo de iu el la diversaj specoj de hoteloj. - Dobbiamo alloggiare in qualche genere di albergo.=...in un albergo di una delle diverse specie di alberghi.
-
Ni devas enloĝiĝi en iu hotelo. = ...en iu el la diversaj individuaj hoteloj, kiuj troviĝas ĉi tie. - Dobbiamo alloggiare in qualche albergo = ... in qualcuno dei diversi specifici alberghi che ci sono qui.
Normalmente si tralascia semplicemente iu in quella frase.
Parole tabellari in -ES
- kies
- "(la)... di quale"
- ties
- "(la)... di quello"
- ies
- "(la)... di qualcuno"
- ĉies
- "(la)... di ciascuno"
- nenies
- "(la)... di nessuno"
Una parola -ES, che è epiteto di un sostantivo, aggiunge un significato definito. Le parole -ES quindi sono qualificativi - come gli aggettivi possessivi - e non si può usare la con essi. Se ai sostituisce la parola -ES con una espressione de normalmente si deve aggiungere la.
Proprio come i pronomi possessivi le parole in ES stanno davanti al sostantivo, mentre la espressione de di pari significato deve stare dopo: ties libro = la libro de tiu (persono) (il libro di quella persona).
Le parole in -ES non possono avere finale J o finale N.
- Kies filino vi estas? - Di chi sei figlia?
- Mi efektive ne scias, kies kulpo ĝi estas. - In effetti non so di chi è la colpa.
- Ili ekvidis virinon, kies vizaĝon ili en la krepusko ne rekonis. - Essi intravidero una donna, il cui viso, nel crepuscolo, non riconobbero.
-
Kies gasto mi estas, ties feston mi festas. - Di quello che mi ospita io festeggio la festa.
Ties non è molto usato. Normalmente si preferiscono gli aggettivi possessivi (lia, ŝia, ĝia o ilia).
-
La infano ludis kun sia pupo, kiam subite ties kapo frakasiĝis. - Il bambino giocava con la sua bambola, quando d'improvviso la sua testa andò in pezzi.
Ties (del quale) indica che si tratta della testa della bambola. Se fosse la testa del bambino si direbbe ĝia kapo.
-
Kiu ĝojas pri ies malfeliĉo, tiu ne restos sen puno. = ...pri la malfeliĉo de iu persono... - Chi gode della infelicità di qualcuno, non resterà senza punizione.=...della infelicità di una persona...
Ies di solito si usa per una persona non conosciuta (non per cose, nè per più cose o persone).
-
Tio estis la koro de riĉa fama viro, kies nomo estis sur ĉies lipoj. = ...sur la lipoj de ĉiuj personoj. - Quello era il cuore di un uomo ricco e famoso, il cui nome era sulle labbra di tutti.=...sulle labbra di ogni persona.
Ĉies di solito si usa solo per le persone, non per le cose.
-
Memoru, ke Esperanto estas nenies propraĵo. - Ricordate che l'esperanto non è proprietà di nessuno.
Nenies (di nessuno) di solito è usato per persone, non per cose.
Parole tabellari in -E
- kie
- "in quale luogo"
- tie
- "in quel luogo"
- ie
- "in qualche posto"
- ĉie
- "in ogni luogo"
- nenie
- "in nessun posto"
Le parole tabellari in -E non possono avere finale J, ma ad esse si può aggiungere la finale N per indicare la direzione:
- kien
- "a quale luogo, in quale direzione"
- tien
- "a quel luogo, in quella direzione"
- ien
- "a un qualche luogo, in qualche direzione"
- ĉien
- "a ogni luogo, in ogni direzione"
- nenien
- "a nessun luogo, in nessuna direzione"
- Kie estas la libro kaj la krajono? - Dove sono il libro e la matita?
- Mi montris al la infano, kie kuŝas ĝia pupo. - Ho fatto vedere alla bambina dove dorme la sua bambola.
- Sonorado al li venas, sed de kie — li ne komprenas. - Un suono gli arriva, ma da dove - lui non capisce.
- Mi volis resti tie, kie mi estis. - Volevo restare là dove ero.
- Se li scius, ke mi estas tie ĉi, li tuj venus al mi. - Se lui sapesse che sono qui verrebbe subito da me.
- Ĉu vi loĝas ie? = Ĉu vi loĝas en iu loko? - Abiti da qualche parte?=abiti in qualche luogo?
- Malsaĝulo ĉie sian nomon skribas. - Lo sciocco scrive il suo nome dappertutto.
- Pli bela reĝidino ol ŝi troviĝis nenie en la mondo. - Una principessa più bella di lei non la si trovava in nessuna parte del mondo.
- Kien vi iras? — Mi iras en la ĝardenon. - Dove vai? -- Vado nel giardino.
- Rigardu tien ĉi. - Guarda qui.
- Mi nenien plu iros hodiaŭ. - Oggi non andrò più in nessun posto.
Parole tabellari in AM
- kiam
- "in quale tempo, quale volta"
- tiam
- "in quel tempo, quella volta"
- iam
- "in qualche tempo, una qualche volta"
- ĉiam
- "in ogni tempo, ciascuna volta"
- neniam
- "in nessun tempo, nessuna volta"
Le parole in -AM non possono avere finale J o finale N.
-
Sed kiam tio okazis? - Ma quando è successo?
Tuttavia se si domanda un'ora precisa, non si usa kiam (quando), ma la parola interrogativa ordinale kioma (quanta) .
- Li skribis al mi, ke li intencas ĝin eldoni, sed li ne skribis ankoraŭ kiam li ĝin eldonos. - Egli mi scrisse che ha intenzione di pubblicarlo, ma ancora non ha scritto quando lo pubblicherà.
- En unu tago, kiam ŝi estis apud tiu fonto, venis al ŝi malriĉa virino. - Un giorno, mentre ella era presso quella fontana, venne da lei una povera donna.
- Tubeto, en kiun oni metas cigaron, kiam oni ĝin fumas, estas cigaringo. - Un tubetto in cui si mette un sigaro quando lo si fuma è un bocchino.
- De kiam vi loĝas ĉi tie? - Da quando abiti qui?
- Li vekiĝis nur tiam, kiam la suno leviĝis. - Egli si svegliò soltanto quando si alzò il sole.
- Ŝajnas al mi, ke ĉi tiun vizaĝon mi jam iam vidis. - Mi sembra di avere già visto questo viso non so quando.
-
Ŝi estis ja la plej bela knabino, kiun li iam vidis. - Lei era la più bella ragazza che lui avesse mai visto.
Iam indica un qualsiasi tempo nel passato.
- Oni diras, ke la vero ĉiam venkas. - Si dice che la verità vince sempre.
- Bona koro neniam fariĝas fiera. - Un buon cuore non diviene mai aspro.
-
La maljunulo fermos por ĉiam siajn okulojn. - Il vecchio chiuderà gli occhi per sempre.
La espressione por ĉiam (per sempre) indica che le conseguenze resteranno per sempre. Il chiudere gli occhi è una cosa momentanea, ma la conseguenza, gli occhi chiusi per sempre, sarà eterna.
Parole tabellari in -AL
- kial
- "per quale causa, per quale motivo, a causa di cosa"
- tial
- "per quella causa, per quel motivo, a causa di ciò"
- ial
- "per una causa, per un motivo, a causa di qualcosa"
- ĉial
- "per tutte le ragioni, per tutti i motivi, a causa di tutto"
- nenial
- "per nessuna causa, per nessun motivo, per nulla"
Le parole in -AL non possono avere finale J o finale N.
- Kial vi ploras? - Perchè piangi?
- Mi komprenas, kial vi faris tion. - Capisco perchè hai fatto ciò.
-
Hodiaŭ estas bela frosta vetero, tial mi prenos miajn glitilojn kaj iros gliti. - Oggi è un tempo bello gelato, perciò prenderò i miei pattini e andrò a pattinare.
Notare la differenza fra tial e ĉar. Tial rappresenta una causa, mentre ĉar introduce una frase subordinata che indica una causa: Mi prenos miajn glitilojn kaj iros gliti, ĉar hodiaŭ estas bela frosta vetero. (Prenderò i pattini e andrò a pattinare, perchè oggi è tempo bello gelato.)
- Mi vin ial ankoraŭ ne konas. - Per qualche motivo ancora non ti conosco.
- Vi demandas, kial mi amas vin. Mi respondas: ĉial! - Mi chiedi perchè ti amo. Ti rispondo: per tutti i motivi!
La parola nenial in pratica è usata molto poco, ma quando la si usa essa nega la intera frase (come tutte le altre parole NENI-)
- Tian Regularon por nia Ligo mi nenial povus aprobi. = ...mi pro neniuj motivoj povus aprobi. - Quel Regolamento per la nostra Lega non potrei approvarlo per nessuna ragione.=...io per nessun motivo potrei approvare.
- Vi povus inciti lin kiom ajn. Li nenial kolerus. = ...li pro neniu kaŭzo kolerus. - Puoi stuzzicarlo quanto vuoi. Lui per nessuna ragione andrebbe in collera.=...lui non si arrabbierebbe per nessuna causa.
Se si vuole esprimere un senso positivo, si può usare sen kaŭzo, senkaŭze, senmotive o simili: Ŝi ridis senkaŭze. = Ŝi ja ridis, sed sen motivo..
Parole tabellari in -EL
- kiel
- "in quale maniera o grado"
- tiel
- "in quella maniera o grado"
- iel
- "in qualche maniera o grado"
- ĉiel
- "in tutte le maniere"
- neniel
- "in nessuna maniera"
Le parole in EL sono parole tabellari avverbiali generali, che si usano se non si tratta di tempo/occasione (parole -AM), luogo (parole -E), causa (parole -AL) o quantità/numero ([parole -OM). Le parole -EL coprono quasi tutti gli altri significati che si possono esprimere con una parola avverbiale. Si tratta principalmente di grado e maniera.
Le parole in -EL non possono avere finale J o finale N.
- Kiel li aspektas? - Com'è il suo aspetto?
- Kiel vi fartas? - Come stai?
- Rakontu al mi per malmulte da vortoj, kiel tio okazis. - Raccontami in poche parole come ciò è successo.
- Mi zorgas pri ŝi tiel, kiel mi zorgas pri mi mem. - Io mi curo di lei così come mi curo di me stesso.
- Kiel alta estas tiu turo? - Come è alto quel muro?
- Kiel longe tio ankoraŭ daŭros? - Quanto a lungo durerà ancora questo?
- Tiu ĉi malfreŝa pano estas malmola, kiel ŝtono. - Questo pane raffermo è duro come un sasso.
- Bojas hundido, ĉar tiel faras la hundo. - Abbaia il cagnolino, perchè così fa il cane.
- Ne faru tiel, faru tiel ĉi! - Non fare così, fai in questo modo!
- Ili ambaŭ estis tiel malagrablaj kaj tiel fieraj, ke oni ne povis vivi kun ili. - Essi erano entrambi così sgradevoli e selvatici, che non si poteva vivere con loro.
- Mi estas tiel forta, kiel vi. - Io sono così forte come te.
- Iel ni sukcesos. - In qualche modo riusciremo.
- Ili ĉiel helpis al mi. - Essi mi aiutarono in tutti i modi.
- Mi neniel esperis sukceson. - Non ho mai sperato in un successo.
Parole tabellari in -OM
- kiom
- "quanti, in qual numero, in quale quantità"
- tiom
- "così tanti, in tal numero, in tale quantità"
- iom
- "non molto, ma anche non nulla"
- ĉiom
- "la intera quantità"
- neniom
- "in nessun numero, in nessuna quantità, in nessuna misura"
Le parole in -OM non possono avere finale J o N.
- Kiom vi volas, ĉu du aŭ tri? = Kiel multajn vi volas... - Quanti ne vuoi, due o tre?=Che numero ne vuoi?
- Ŝi pripensis, kiom kostos al ŝi la nokta restado. - Ella riflettè a quanto le sarebbe costato restare per la notte.
- Ho, kiom pli bona estas via amo, ol vino! - Oh, quanto è più buono il tuo amore, in confronto al vino!
-
Kiom mi vidas, vi havas nur unu filon. = Laŭ tio, kion mi vidas, vi havas... - Per quanto vedo avete solo un figlio.=Secondo quel che vedo, voi avete...
Forse tu hai più figli, ma io non posso vederne di più.
- Sendi 100 ekzemplerojn mi ne povis, ĉar mi nun tiom ne havas. - Non ho potuto mandare 100 esemplari, perchè ora non ne ho così tanti.
-
Mi havas tiom multe, ke mi ne bezonas ŝpari! - Ho talmente tanto, che non ho bisogno di risparmiare!
Spesso kiom e tiom si usano insieme a multe (o multaj). Multe si può tralasciare, ma enfatizza un po' il significato. Si può usare anche kiel multe, tiel multe, ma allora non c'è enfasi.
-
Ŝi aĉetis iom da butero. = ...kvanton da butero ne tre grandan sed tamen konsiderindan. - Lei comprò un po' di burro.=...una quantità di burro non grande, ma significativa.
In teoria iom (un po') dovrebbe significare "una quantità non definita", ma in pratica indica quasi sempre una piccola quantità. In realtà il significato è ancora più specializzato, cioè: "non molto, però abbastanza tanto da essere considerato, da essere significativo". Non confondere iom (un po') con malmulte (poco): Li faris iom da eraroj. (Egli fece un po' di errori) Non c'erano molti errori, ma abbastanza per rimproverarlo. Li faris malmulte da eraroj. (Egli fece pochi errori) Gli errori erano così pochi che lo si dovette lodare.
- Mi pensas, ke mi ĝin ankoraŭ iom memoras. = ...ne tre multe memoras, sed ankoraŭ ja memoras. - Io penso di ricordarmelo ancora un po'. = non ricordo molto, ma ricordo ancora.
-
Tie supre estingiĝis la ruĝaj koloroj, dum la suno iom post iom malaperis. - Lassù si spensero i colori rossi, mentre il sole un po' alla volta sparì.
La espressione iom post iom (un po' dopo un po') indica che qualcosa avviene attraverso molti piccoli cambiamenti quasi indistinguibili.
-
— Kiom da benzino vi volas? — Mi volas ĉiom, kiom vi havas. = ...Mi volas la tutan kvanton da benzino, kiun vi havas. - Quanta benzina vuoi? --- Voglio tutta quella che hai = Voglio tutta la quantità di benzina che hai.
Il significato di ĉiom in pratica spesso somiglia molto al significato di ĉio che si usa molto più spesso.
- Sur la mezo de la strato estas multe da radoj kaj da ĉevalaj hufoj, sed da homoj piedirantaj estas malpli, preskaŭ neniom. - Nel mezzo della strada ci sono molte ruote e zoccoli di cavalli, ma di persone a piedi ce ne sono meno, quasi nessuno.
Le parole tabellari in -OM sono usate sia come avverbi sia come sostantivi.
Normalmente per indicare gradazioni si usano kiel (come) e tiel (così). Ma per dare una forte enfasi si può usare invece kiom (quanto) e tiom (tanto): Ĝi estis tiom bela, ke mi svenis. (Era così bello, che svenni). La Esperantistoj tute ne pretendas, ke ilia lingvo prezentas ion tiom perfektan, ke nenio pli alta jam povus ekzisti. (Gli esperantisti non pretendono affatto che la loro lingua rappresenti qualcosa di tanto perfetto, che ormai non possa esistere qualcosa di piu alto).
Le parole in ALI- possono essere parole tabellari?
Molte volte è stato proposto di aggiungere alla tabella la parte iniziale ALI- creando la relativa serie. aliu, alio, alia, alies, alie, aliam, alial, aliel, aliom*. Alcuni lo fanno già usando specialmente le parole aliel e alies.
Nell'esperanto ufficiale ALI è una radice qualsiasi dalla quale si fanno parole con le consuete finali.
- alia = "non uguale, differente"
- alio = "qualcos'altro"
- alie = "in un'altra occasione, in altra maniera"
- alii = "essere un'altra cosa, essere differente" (poco usato)
L'uso di nuove parole tabellari comporterebbe cambiamenti drastici nella lingua. Ecco solo qualche esempio:
La normale parola alie significa il più delle volte "in un'altra occasione" ma può significare anche "in altra maniera". La parola tabellare alie invece significherebbe "in un altro luogo". Di conseguenza delle frasi normali come Ni devas alie agi (dobbiamo agire diversamente) cambierebbero completamente di significato.
Alia nel normale Esperanto non è una parola tabellare ma un normale aggettivo e significa "di altra specie" o "con un'altra identità". La eventuale nuova parola tabellare alia significherebbe soltanto "di altra specie". Se esistessero parole tabellari in ALI- , non si dovrebbe più dire ad es. la alia ĉambro estas pli granda (l'altra camera è più grande), ma la aliu ĉambro estas pli granda. E si dovrebbe anche dire: ili amas unu la aliun invece del normale ili amas unu la alian.
Si usano spesso parole composte come: de alia speco → alispeca. Ma quelli che usano parole tabellari con ALI dovrebbero invece dire: aliuspeca, perchè non e possibile rimuovere la parte finale delle parole tabellari. Confronta con: de tiu speco → tiuspeca (non: tispeca).
Nessuno ha ancora praticato in modo conseguente la completa serie tabellare in ALI-. C'è solo un uso illogico e sconsiderato di aliel e alies, e a volte di aliu. Alcuni usano in parte l'esperanto classico, e in parte questo dialetto riformato. Quando ad es. dicono alie o alia, non si può capire se interpretare secondo la lingua del Fundamento o secondo il nuovo dialetto. Ma per fortuna la grande maggioranza usa ancora la lingua in modo regolare e logico.
Perciò usate solo le parole tabellari esistenti, e formate le altre espressioni con le ordinarie radici secondo le regole del Fundamento de Esperanto:
Riforma da evitare | Esperanto ufficiale: |
---|---|
aliu | alia |
alia | alia, alispeca, alieca |
alies | de alia (persono), aliula |
alie | aliloke |
alien | aliloken |
aliam | alifoje, aliokaze |
alial | alikaŭze |
aliel | alimaniere, alie |
aliom | alikvante |
Nota: sono state proposte le forme "di compromesso" in aliio, aliiu, aliia, aliie, aliiel ecc. (mettendo insieme la radice ALI con le parole tabellari in I). Tali parole sono sì regolari, ma purtroppo sono molto scomode per l'uso pratico. Sentire la differenza fra aliie e alie, fra aliia e alia, ecc., non è facile. Non basta che le parole siano costruite correttamente. Devono anche funzionare nella comunicazione in pratica.